| Mazzetti di Pietralata, Cecilia: Joachim von Sandrart (1606–1688). I disegni
23x30cm, 284 pagine con 395 illustrazioni in b/n, ISBN 9 788836 618071, 60 € (Cinisello Balsamo, Silvana Editoriale 2011)
| Compte rendu par Giulia Savio Nombre de mots : 591 mots Publié en ligne le 2012-10-29 Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700). Lien: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=1471
Scrivere una monografia è compito assai
complicato e necessita ricerche approfondite e dedizione totale. Dedizione che
Cecilia Mazzetti di Pietralata, giovane storica dell’arte, docente a contratto
presso l’Ateneo ferrarese, ha concesso a piene mani nei confronti di Joachim
von Sandrart (Francoforte 1606 – Norimberga 1688).
Joachim von Sandrart, come è noto, fu pittore
e trattatista tedesco, egli viaggiò a lungo e fu il più importante artista
teutonico del tempo. Oggi, però, è ricordato quasi esclusivamente, soprattutto
in ambito accademico, per il
"Teutsche Academie der Edlen Bau, Bild-und Mahlerey-Künste"
(Accademia tedesca delle nobili arti dell’architettura, della scultura e della
pittura), pubblicato a Norimberga nel 1675-1679 e seguito da un’edizione latina
nel 1683.
Controcorrente, l’autrice, in questo caso, invece, si sofferma, per la
prima volta in Italia, sulla sua produzione artistica con un occhio di riguardo
alla produzione grafica internazionale.
Questo volume è nato sulla scia dei suo studi
dottorali, condotti sotto la supervisione di Silvia Danesi, il volume, patrocinato dalla Biblioteca
Hertziana e inserito nella collana Studi, significativa collocazione che ne
dichiara già da principio il valore fondamentale dell’opera.
Il testo si presenta come un analisi
dettagliata della biografia (cap. 1) e dei sessantacinque anni di attività
grafica dell’artista che si snoda, con sapienza e competenza, fra la formazione
tedesca e quella italiana, la suddivisione temporale della ricchissima
produzione e la fortuna critica di Sandrart (cap. 5).
La pregevole introduzione, snella e completa,
è atta alla comprensione del catalogo ragionato che risulta essere il vero
nucleo del volume. Suddiviso in sette sezioni (sei delle quali dedicate a false
attribuzioni, copie, disegni da rifiutare…) si avvale altresì di un’ampia
bibliografia e di una originale nota sulle
provenienze dei disegni. Proprio la bibliografia risulta strumento fondamentale
per coloro che debbano svolgere ricerche sull’argomento poiché raccoglie, senza
nessuna mancanza, qualsiasi studio relativo al pittore. L’autrice dimostra
assoluta dimestichezza sull’argomento e riesce a superare l’imbarazzo,
caratteristico dell’ambito del catalogo monografico, nel creare un apparato che
non risulti un mero strumento “di mercato” ma che svolga funzione di appoggio e
comprensione ad una analisi delle fonti atta a fornire al lettore una visione
il più possibile completa, asettica e sopra le parti.
A questo proposito, pregevole il paragrafo
dedicato a Sandrart collezionista (p. 25-27) in cui l’autrice sviluppa e pone
finalmente le basi per un confronto fra gusto privato dell’artista e clima
culturale barocco.
La ricerca sviluppatasi è ampia e originale,
essa risulta così innovativa poiché
l’autrice è riuscita, grazie alle sue esperienze di ricerca in Germania e ai
suoi interessi precipui verso l’arte barocca di sapore europeo, a produrre uno
studio che finalmente potesse rendere completa l’analisi su questo artista. Talento che è stato, negli ultimi
anni e anche successivamente a questa monografia, argomento di ricerche
italiane perlopiù locali o legate a piccoli temi. Unica eccezione in questo ambito è
l’interessantissimo progetto Sandrart.net:
una piattaforma informatica di ricerca per la storia dell’arte e della cultura
del XVII secolo a cura del Kunstgeschichtliches Institut der Goethe-Universität
Frankfurt e del Kunsthistorisches Institut in Florenz – Max-Planck-Institut che
unisce, sulla scia proprio della metodologia, di sapore teutonico, portata avanti da Mazzetti di Pietralata,
l’interesse a sviluppare approfondimenti artistici ampi e mai slegati dal
contesto storico con le ricerche sviluppatesi in ambito europeo così, nel caso
di Sandrart, nel sottolineare il grande valore che gli viene riconosciuto in
patria.
In questo contesto, il volume diventa, a mio
parere, un testo insostituibile sia per gli esperti del settore sia per gli
appassionati di arte barocca che potranno, attraverso una linea di ricerca
innovativa e originale, approfondire alcuni aspetti della cultura secentesca europea. Unico difetto, se così si
può definire, assolutamente trascurabile, è la mancanza di alcuni riferimento
fotografici, talvolta la scheda grafica di catalogo non corrisponde a nessuna
immagine. si tratta perlopiù di pochi richiami.
In poche parole, un libro da conservare nella
propria biblioteca!
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