Nanni, Romano - Sanna, Antonietta (a cura di): Leonardo da Vinci. Interpretazioni e rifrazioni tra Giambattista Venturi e Paul Valéry. Atti della «Giornata Valéry-Leonardo»... (Vinci, 18 maggio 2007), cm 17 ¥ 24, xiv-194 pp. con 14 tavv. f.t. di cui 9 a colori, [isbn 978 88 222 6114 4], €25,00
(Olschki, Firenze 2012)
 
Compte rendu par Chiara Luminati
 
Nombre de mots : 1424 mots
Publié en ligne le 2013-10-11
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          Il volume “Leonardo da Vinci. Interpretazioni e rifrazioni tra Giambattista Venturi e Paul Valéry”, curato da Romano Nanni e Antonietta Sanna e pubblicato dalla casa editrice Leo S. Olschki di Firenze, raccoglie gli atti della “Giornata Valéry-Leonardo” tenutasi a Vinci nel giugno del 2007.

 

          L’opera si prefigge l’obiettivo di offrire allo studioso, così come al lettore colto e interessato, uno strumento utile per approfondire la vicenda leonardesca, vista dal poeta Paul Valéry, nell’ “Introduction à la méthode de Léonard de Vinci”, scritta alla fine del XIX secolo.

 

          Ci troviamo quindi di fronte a un confronto tra storici della letteratura e dell’arte, filosofi e storici dell’idee, che con i loro saggi, si pongono come scopo quello di affrontare in una maniera totalmente innovativa, servendosi anche di un apparato filologico e bibliografico già esistente, la grande poliedricità di Leonardo.

 

          L’ampia introduzione è stata affidata ad Antonietta Satta, che descrive l’iter che ha portato all’organizzazione del convegno vinciano. La studiosa precisa che gli studi sulle figure di Leonardo e di Valéry e soprattutto sui manoscritti del celebre saggio erano iniziati nel 2004 e si erano protratti fino al 2006 aprendo nuovi spazi di ricerca.

 

          Si sentì quindi subito “la necessità di aprire un nuovo campo di analisi, e porre il testo valéryano in relazione al contesto storico-culturale dai confini ancora ulteriormente precisabili nella ricerca stessa. L’intento era quello di definire l’orizzonte di lungo periodo in cui si collocava la commande a cui il giovane scrittore dava risposta, e capire, attraverso una puntuale ricostruzione di alcune tappe fondamentali della ricezione dell’opera leonardiana, le ragioni di un successo che a ondate si è ripetuto tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX” (pag. V). 

 

          La parte introduttiva continua con un accenno alla vita del poeta francese, illustrando la situazione politica e culturale in cui versava la Francia nel XIX secolo e come si sentì la necessità di approfondire la figura di Leonardo, scelto “per riassumere la grandezza del genio europero: Leonardo era il soggetto scelto e Valéry il poeta che avrebbe dovuto realizzarne il ritratto” (pag. VI). La Satta cita anche le fonti utilizzate dal poeta per la realizzazione della sua opera, tra cui Giovanni Battista Venturi e Jean Paul Richter e non a caso alcuni dei saggi presenti nel volume recensito sono dedicati proprio a questi personaggi.

 

          È quindi da sottolineare che l’introduzione di quest’opera ci fornisce un quadro generale puntuale e completo per comprendere nei migliori dei modi i saggi inseriti nel volume.

 

         “Negli anni in cui stendeva il saggio su Leonardo, simile a Un Teste bifronte, Valéry proiettava il suo sguarda verso sé stesso e verso il mondo. Osservava i fatti e gli accadimenti come Leonardo aveva i dati e i movimenti” (pag. XIV).

 

          Il volume è composto da sette saggi che approfondiscono l’argomento, tenendo conto degli aspetti filosofici, artistici, storici e scientifici.

 

          Di notevole interesse risulta essere il saggio di Roberto Marcuccio, che analizza in maniera dettagliata la figura dell’abate Giambattista Venturi, il primo che nel 1797 pubblicò i codici leonardeschi. Lo studioso ci riporta notizie e cenni storici sull’arrivo, sul soggiorno e sulle opere dell’Abate a Parigi e ipotizza che il trasferimento dei codici nella città sia stato proprio ad opera dello stesso Venturi.

 

          Un altro elemento interessante riportato nel saggio e il paragrafo intitolato “La ricezione di Leonardo nel secolo XVIII”, dove Marino presenta i contributi scientifici del XVIII secolo su Da Vinci, che sicuramente influenzarono il lavoro del Venturi. Lo studioso divide questo materiale in tre filoni: trattati generali di teoria e storia dell’arte, tra cui l’opera “Storia pittorica della Italia” di Luigi Lanzi; scritti o edizioni espressamente dedicati a Leonardo, come ad esempio l’edizioni dei disegni a cura del conte di Cayus (1730 e 1767); riferimenti sull’artista in epistolari e resoconti di viaggio, si veda il “Viaggio in Italia” scritto da Charles-Louis de Montesquieu.

 

          “[…] Giambattista Venturi appare [..] come una figura di transizione fra antica e moderna concezione del sapere” (pag. 49).

 

          Il saggio scritto dal secondo curatore del volume Romano Nanni (direttore della biblioteca e del museo leonardiana di Vinci), ci mostra come gli studi su Leonardo si modificarono nel corso dei secoli. Gli studi scientifici di Leonardo, a lungo disattesi rispetto alla produzione artistica, assunsero grande rilevanza solo a partire dal XVIII secolo. Fu proprio il già citato Giambattista Venturi che con il suo saggio “Essai sur les ouvrages physico-mathématiques de Léonard de Vinci”, pubblicato nel 1797, ci da gli strumenti per “scoprire” un nuovo Leonardo e di conseguenza una nuova visione del Rinascimento.

 

          Negli studi e nei volumi che lo seguirono, cambiò quindi il concetto della produzione leonardiana; tra il XVII e Il XVIII nomi importanti come Stendhal, Delécluze, Michelet, Verne e Nadar, nei loro scritti e nei loro lavori usarono per comprendere il lavoro di Leonardo degli “ibridi di produzione intellettuale” (termine usato da Nanni in questo saggio), dove arte, filosofia, storia e scienze si fondevano insieme. Inoltre, il saggio offre interessanti interpretazioni dell’ “Ultima cena”, considerata l’opera più densa di significato, grazia anche alle numerose interpretazioni filosofiche che si nascondevano dietro l’affresco, molto apprezzata in Francia.

 

          Dopo il saggio di Narni, incentrato proprio sugli “ibridi di produzione intellettuale” di Leonardo, i successivi contributi affrontano l’unione delle varie discipline che si possono trovare negli studi su Leonardo/Valéry.

 

          Il saggio di Anna Sforza affronta l’importanza dei “Carnets” di Leonardo, pubblicati da Charles Ravaisson-Mollien tra il 1881 e il 1891 in sei volumi. Questi taccuini, offrirono non solo agli artisti del periodo, come Gustave Moreau e Odilon Redon, uno strumento su cui basare le loro opere, ma influenzarono non poco il giovane Paul Valèry, che condivise con l’editore numerose interpretazioni, come quella dell’ipotetico rapporto che tra Leonardo e Pascal, entrambi grandi pensatori.

 

          Leonardo fonte d’ispirazione di Valéry è l’argomento principale anche del saggio di Christina Vogel, che sottolinea come il poeta molto spesso si identificava completamente con il genio vinciano. Prendendo spunto dall’opera di Valèry “Introduction à la méthode de Léonard de Vinci”, Gaspare Polizzi mette in evidenza come il la filosofia e la scienza si fondano ne codici di Leonardo e di conseguenza nell’opera dello scrittore.

 

           “Gli ingegneri, come Leonardo da Vinci, descrivono il mondo prima e meglio dei filosofi: questo presupposto sengna in profondità la riflessione di Vléry Leonardo” (pag. 127).

 

           Dopo l’articolo di Elio Franzini, che approfondisce il binomio estetica e arte, particolare e a tratti ironico risulta essere il testo di William Marx, che analizza la figura “misteriosa” di Leonardo, attraverso gli scritti di Valéry e di Sigmund Freud; “Oramai, la magia romantica viene presa alla lettera: Leonardo ha barattato i pennelli con la bacchetta magica. È Harry Potter che incontra il Codice Da Vinci” (pag. 172).

 

          Il volume è completato da un’utile indice dei nomi e tutti gli articoli sono correlati da puntuali note. Solo in alcuni articoli vi sono immagini esplicative dell’argomento; si tratta di disegni e opere di Leonardo e di frontespizi e pagine dei trattati citati nel volume.

 

          In conclusione, i saggi proposti, nonostante la densità delle informazioni che riportano, risultano essere di piacevole lettura e il volume può sicuramente essere un utile strumento per coloro che intendano studiare, in ambito generale, o secondo specifici interessi, i molteplici aspetti legati alla figura di Leonardo e di conseguenza a quella dello scrittore Paul Valéry, poco conosciuto in Italia, nonostante le sue origini genovesi. Di notevole interesse è soprattutto la poliedrica e approfondita analisi dei codici leonardeschi, che offre la possibilità agli studiosi e agli appassionati dell’argomento di aprirsi a nuove importanti chiavi di lettura.

 

Si riportano di seguito gli autori e i titoli degli interventi:

 

ANTONIETTA SANNA, Introduzione, p. V

ROBERTO MARCUCCIO, La ricezione di Leonardo nel tardo Settecento: il caso di Giambattista Venturi, p. 1

ROMANO NANNI, Leonardo, la Renaissance e il moderno. Spigolature su Jules Michelet e dintorni, p. 55

ANNA SCORZA, L’immagine di Leonardo da Vinci in Francia al momento della pubblicazione dei Carnets, p.101

CHRISTINE VOGEL, Il Leonardo di Valéry: la nascita di una nuova configurazione, p. 117

GASPARE POLIZZI, «À toute fissure de compréhension s’introduit la production de sono espri». Il Leonardo di Valéry tra filosofia e scienza, p. 125

ELIO FRANZINI, Paul Valéry: l’angelo e il testimone, p. 155

WILLIAM MARX,  Il “mistero Leonardo: Valéry e Freud tra occultismo e razionalismo, p. 169

Indice dei nomi, p. 185