Zuliani, Stefania (a cura di): Atelier d’artista. Gli spazi di produzione dell’arte dall’età moderna al presente. 198 pp., Collana Arte e critica, ISBN : 9788857521695, 16,00 €
(Mimesis, Milano-Udine 2013)
 
Reviewed by Giulia Savio
 
Number of words : 813 words
Published online 2015-01-07
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
Link: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=2189
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          Stefania Zuliani è professore di Teoria della critica d'arte e Museologia presso l'Università del Salento, attenta studiosa del fare artistico in ogni sua forma ha recentemente dato alle stampe, per i tipi Mimesis, un prezioso volumetto relativo al poco conosciuto ambiente degli Ateliers d'artista. Si tratta degli Atti di un seminario organizzato dal Laboratorio Archivio di Storia dell’Arte del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università degli Studi di Salerno in collaborazione con il Dottorato di Metodi e Metodologie della Ricerca Archeologica e Storico Artistica al quale i contributori afferiscono come docenti o dottorandi.

 

          Il libro è disposto strettamente in ordine cronologico e affronta la tematica degli spazi privati (e non solo) dell'arte a partire dal Rinascimento italiano con un occhio di riguardo, però,  al contemporaneo.

 

          Si scopre così un mondo sconosciuto ai più. L' atelier come luogo dell'arte ma anche di vita pratica, di convivialità. Merito del volume è quello di descrivere questi ambienti con semplicità rendendoli comprensibili anche ai non addetti ai lavori. Si tratta altresì di uno studio sociologico oltre che storico artistico che fonda le sue radici nella consapevolezza che non si può conoscere un artista senza aver studiato la sua vita, le sue abitudini e la sua quotidianità (così come ci rammenta più volte la curatrice nel suo saggio conclusivo, con le parole del noto critico d'arte irlandese Brian O'Doherty "Noi possiamo 'leggere' gli atelier come fossero testi, rivelatori, a loro modo, quanto le opere"). Di ausilio al lettore, in questo contesto le numerose immagini che ci avvolgono e ci mostrano questi  luoghi di "lavoro" e di "vita" e che permettono di ottenere informazioni dirette attraverso il mezzo fotografico quale fonte (si veda a questo proposito il saggio di Massimo Maiorino).

 

          Tutti i saggi ci offrono una prospettiva nuova e completa, alcuni più di altri stuzzicano la curiosità in quanto ci introducono in uno spazio di convivialità sconosciuto e interessante. Pare, talvolta di entrare, non visti in casa dei più grandi artisti.

 

          Dalla bottega rinascimentale descritta nell'ottimo saggio di Donato Salvatore alle dimore degli artisti nella Roma del Seicento del saggio di Loredana Lorizzo  ampio e originale, alle novità relative alla bottega del Solimena per poi addentrarci in periodi storici che, seppur più recenti e vicini, appaiono i più sconosciuti, fra questi la descrizione o, per meglio dire, la ricostruzione dettagliata (abbiamo persino una planimetria) dello studio parigino di Mondrian e gli ateliers avanguardisti di Gerard Richter e altri.

 

          Rilevante l'ottimo saggio di Maria de Vivo relativa all'opera di Michelangelo Pistoletto visto non come spazio privato bensì come ambiente "sociale". Seguito dal testo di Maria Giovanna Mancini che offre una panoramica completa della situazione artistica newyorkese degli anni '80. Proprio la versatilità e la visione internazionale del libro lo rendono unico poiché si tende spesso a limitare l'argomento ad un solo segmento temporale o ad una sola nazionalità.

 

          Il volume si chiude in maniera circolare con un testo della curatrice che rammenta la coralità dell'opera quasi a ricordare come questi ambienti artistici fossero di per sè oggetti sociali e ricorda: "Che sia bottega o factory, alcova o letterario salotto, immacolato ufficio o caotica officina di immagini e fallimenti, mansarda, piazza o scrivania, lo studio dell’artista rappresenta, un oggetto di analisi complesso quanto ineludibile, una sfida e una promessa, per chi pensa la storia dell’arte come un’interrogazione non soltanto dell’opera, dei suoi significati e della sua ricezione tra collezionismo ed esposizione, ma anche delle differenti condizioni, delle relazioni plurali che ne hanno di volta in volta orientato la produzione!".

 

          Un libro da avere nella propria biblioteca,  adatto a vari e diversi contesti: la storia sociale, la museologia, la critica artistica...

 

 

INDICE

 

APRIRE LO STUDIO. UNA PREMESSA di Stefania Zuliani 7

MAESTRI E BOTTEGHE DEL RINASCIMENTO ITALIANO di Donato Salvatore 13

DIMORE D'ARTISTA NEL SEICENTO ATTRAVERSO ALCUNI CASI DI STUDIO di Loredana Lorizzo 25

UN METODO OPERATIVO GLOBALE: IL RUOLO DEL SOLIMENA "ACCADEMICO" di Mario Alberto Pavone 37

RELAZIONI DI BOTTEGA E ORIENTAMENTO DIDATTICO NELL'AMBITO DELL'ACCADEMIA DEL SOLIMENA di Simona Carotenuto 49

INTERVENTI DI BOTTEGA TRA «CENTRO E PERIFERIA»: L'ALTARE MAGGIORE DELL'ASSUNTA A CASTEL DI SANGRO di Manuela D'Angelo 61

C'ERA UNA VOLTA L'ATELIER (E C'È ANCORA) di Angelo Trimarco 73

«IT'S HAVEN!». ATELIER E CASE D'ARTISTA DA KENSINGTON A BLOOMSBURY di Antonella Trotta 85

A SHOWROOM OF FANTASY COLOURS: L'OMEGA WORKSHOP DI ROGER FRY di Salvatore Bizzarro 99

UN SET NATURALE PER IL CINEMA DELLE ORIGINI: NAPOLI di Pasquale laccio 111

26, RUE DU DÉPART, PARIGI. L'ATELIER DI MONDRIAN di Rossana Fusco 121

"OSSERVAZIONI SULLO SGUARDO". GLI STUDI DI GIACOMETTI E DI MORANDI NELLA FOTOGRAFIA DI BRASSAI E DI GHIRRI di Massimo Maiorino 135

IM ATELIER MIT DEM MEISTER. GERHARD RICHTER di Maria Passaro 147

MICHELANGELO PISTOLETTO O DELL'ATELIER COME SPAZIO DI COLLABORAZIONE CREATIVA di Maria De Vivo 157

ALTERNATIVE SPACES OF PRODUCTION. GROUP MATERIAL E TIM ROLLINS CON K.O.S. NELLA NEW YORK DEGLI ANNI '80 di Maria Giovanna Mancini 169

POST STUDIO? PRODUZIONE ED ESPOSIZIONE DELL'OPERA NEL GLOBAL ART WORLD di Stefania Zuliani 181