AA.VV.: D’Andria, F. - Mannino, K. (a cura di). L’imperatore torna sulla scena. La statua loricata riscoperta nel teatro romano di Lecce (catalogo della mostra, 20 dicembre 2014 - 8 febbraio 2015), 64 p., 62 colore, immagini, ISBN: 978-88-97895-45-9, 13 €
(Edizioni Esperidi, Monteroni di Lecce 2014)
 
Compte rendu par Marco Cavalieri, Université catholique de Louvain
 
Nombre de mots : 1280 mots
Publié en ligne le 2016-02-18
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          La ricerca sulla scultura d’età classica, in particolare romana, da un decennio sembra aver riscoperto in Italia così come in Grecia, Francia, Spagna e Croazia – solo per citare i Paesi la cui produzione bibliografica è maggiormente nota al redattore di questo testo – una rinnovata primavera di pubblicazioni, mostre e convegni che, pur certamente sfruttando, negli ultimi due anni, l’onda lunga del Bimillenario augusteo, comunque dimostra quanto la seduzione dell’immagine, soprattutto se di immagine del potere si tratta, catturi l’attenzione del grande pubblico e della ricerca.

 

         In effetti anche l’iniziativa del volumetto – sia detto senza offesa ma riprendendo le parole degli autori stessi – nasce come parte delle attività celebrative dei 2000 anni dalla morte del fondatore dell’Impero, quale strumento a corollario dell’omonima mostra “L’Imperatore torna sulla scena” tenutasi presso il Museo Storico della Città di Lecce. Un’iniziativa espositiva ed editoriale lodevole certo non per il suo carattere innovatore, ma per aver saputo federare le Istituzioni culturali e politiche locali con l’Università del Salento nell’intento di prendere a pretesto la presentazione di una statua loricata – altamente frammentaria – rinvenuta in anni ormai lontani, per rilanciare la valorizzazione e la conoscenza di quella che gli autori chiamano la Lecce invisibile, la Lupiae romana, che ancora giace in buona parte nel sottosuolo della città moderna. Proprio da quel sottosuolo, negli anni immediatamente precedenti alla seconda guerra mondiale, rapidamente venne riesumato un luogo simbolo della romanità urbana, il teatro, la cui frons scaenae in antico ospitava tra le altre, anche la statua dell’imperatore sconosciuto oggetto del testo.

 

         Il tema trattato (una colossale scultura loricata), il contesto del rinvenimento (il teatro romano della città) e le circostanze storiche (si va dalla fine degli anni Venti allo scoppio della guerra, ovvero in quella fase di fervore e recupero propagandistico a Roma e nell’Italia tutta di una identità nazional-fascista e augusteo-mussoliniana) ponevano le basi per un’opera di considerevole interesse soprattutto se inserita nel fermento di ricerche che le mondiali celebrazioni augustee hanno segnato. Purtroppo il volume, che in nuce possiede tali e tanti spunti di riflessione, ha una natura prettamente divulgativa ed un carattere puramente introduttivo: di conseguenza, assolvendo egregiamente al ruolo di guida alla mostra, delude le attese di un lettore più curioso e addentro alla materia. In tal senso, forse un testo con un target così ampio non trova una completa giustificazione ad una recensione a carattere scientifico.

 

         Assolto pienamente è, comunque, l’intento di fornire le basi ermeneutiche principali per una comprensione dell’immagine loricata attraverso una descrizione del manufatto in oggetto che, vista l’estrema frammentarietà (se ne conserva la parte inferiore del tronco e una porzione delle gambe), si rifà a sculture tipologicamente comparabili, a partire dall’Augusto di Prima Porta e al Mars Ultor del Foro d’Augusto. In tal senso, la bibliografia è copiosa e aggiornata, soprattutto in merito alle pubblicazioni in lingua italiana edite attraverso i cataloghi delle maggiori esposizioni romane degli ultimi anni che, proprio sulla scultura romana, hanno focalizzato la loro attenzione a partire dall’età repubblicana fino alla tarda Antichità. Molto bella la veste grafica e l’apparato iconografico, ricco di foto a colori dei manufatti archeologici (anche in dettaglio) ma anche dei documenti amministrativi d’archivio e postali (documenti, telegrammi, pagine olografe etc.). A questo si aggiungano i disegni ricostruttivi in pianta (del teatro e delle nuove sedi espositive del MUST ad esso attigue), foto a tutta pagina del contesto teatrale di ritrovamento, moderne e d’archivio.

 

         Pur nell’evidente intento introduttivo dell’opera, si risente come frustrante una mancata riconstestualizzazione di un possibile evento che portò all’erezione - in un teatro datato ad età augustea in base ad alcune decorazioni fittili a copertura del tetto del pulpitum, ma di cui si dice molto poco - della statua colossale del princeps, che visto il probabile pendant con una scultura raffigurante verosimilmente Ulpia Marciana, anch’essa inserita nella scaenae frons e di taglia superiore al naturale, è logico pensare si trattasse di un’immagine di Traiano, fratello dell’Augusta. È nota la dinamica con cui le diverse dinastie al potere si attivassero per “l’aggiornamento” dei cicli statuari nei celeberrimi loci della legittimazione in Roma e nell’Impero, ma ci si domanda se un’associazione di Traiano e della sorella, in ambito adriatico, come mostra trionfalmente l’arco anconetano, richiami non forse un evento, ma un’attenzione politica particolare, forse semplicemente legata ai progetti infrastrutturali di cui tutto il comparto centro-meridionale della penisola godette all’epoca di quel sovrano. Il tema avrebbe necessitato anche solo di un box, così come, accanto alla restituzione grafica della composizione scultorea del fronte scena[1], un approfondimento sarebbe stato necessario per inquadrare in termini interpretativi di quanto si conosce del notevole apparato scultoreo, tra cui una magnifica statua di Atena tipo Giustiniani, immortalata in una foto scattata dopo il rinvenimento nel 1940.

 

         In definitiva, un accattivante libretto, più di impatto che di sostanza – come per altro non può che essere una guida breve di una mostra – in cui, nonostante l’emanazione da un ambito locale, poco si evince della storia e dell’identità leccese del contesto monumentale e del programma figurativo del teatro, forse già trattato in pubblicazioni pregresse. In un’ottica di approfondimento che certo gli autori vorranno porre in atto, non inutile sarà la consultazione di opere che inquadrino il problema delle sculture loricate non solo in un orizzonte latamente “imperiale” ma maggiormente regionale, adriatico all’occorrenza, come due recentissimi volumi, per altro dedicati entrambi all’Augusteum di Narona, propongono[2].

 

 


[1] A tal riguardo, esemplare, S. F. Ramallo y N. Röring (eds.): La scaenae frons en la arquitectura romana. Actas del Symposium Internacional celebrado en Cartagena los días 12 al 14 de marzo de 2009 en el Museo del Teatro Romano, Murcia: Universidad de Murcia y Fundación Teatro Romano de Cartagena 2010, p. 420.

[2] P. Gros, E. Marin e M. Zink (a cura di), Auguste, son époque et l’Augusteum de Narona, Atti del Convegno di Parigi, 12 dicembre 2014, Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, Parigi 2015, p. 199; G. Zecchini (cura di), L’Augusteum di Narona, Atti della Giornata di studio sull’Augusteum di Narona, Roma, all’Istituto Italiano per la Storia Antica, 31 maggio 2013, L’Erma di Bretschneider, Roma 2015, p. 208.

 

 

 

Indice


SOMMARIO 3      

                     
Presentazioni
Paolo Perrone, Sindaco di Lecce 6


Nicola Massimo Elia, Direttore del MUST - Museo Storico della Città di Lecce  6


Luigi La Rocca, Soprintendente per i Beni Archeologici della Puglia  7


Mario Lombardo, Direttore del Dipartimento di Beni Culturali - Università del Salento 8


Paul Arthur, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici "D. Adamesteanu" - Università del Salento 9

 

Dalla "riscoperta" alla Mostra (Francesco D'Andria)  11

 

LO SCAVO DEL TEATRO E IL RINVENIMENTO DELLA STATUA LORICATA  13


1928-1938: viene alla luce il teatro della città romana (M. Margherita Manco)  14


1940: la scoperta della statua loricata (M. Margherita Manco)  18
Dopo la scoperta: la storia del teatro fra abbandono e valorizzazione (Rino D'Andria) 22

 

NEL SEGNO DELL'AQUILA IMPERIALE. UNA STATUA LORICATA PER L'IMPERATORE 25


Maestro vincitore. L'imperatore "ritrovato" e la sua corazza istoriata (Katia
Mannino) 26


Vittoria, pace, prosperità. La corazza come veicolo di propaganda imperiale (Katia Mannino) 32


Un palcoscenico per l'imperatore. Le statue loricate nei teatri dell'impero romano (Katia Mannino) 34

IL TEATRO E IL SUO PROGRAMMA DECORATIVO NELLA LECCE DI ETA' IMPERIALE 37


Il teatro. Struttura e decorazione architettonica (Rino D'Andria) 38


Divinità, eroi, famiglie al potere: le sculture della scena (Katia Mannino) 42


L'mmagine di Lecce negli anni dell'impero romano (Giovanni Mastronuzzi) 46

 

APPLAUSI E CONSENSO: UN TEATRO PER I DUE BIMILLENARI AUGUSTEI  49


"Erede di Cesare": Ottaviano a Lecce nel 44 a.C. (Katia Mannino) 50
La scoperta del teatro di Lecce e il Bimillenario della nascita di Augusto (M. Margherita Manco) 52


Un evento fortunato: la riscoperta della statua loricata nel Bimillenario della morte di Augusto (M. Margherita Manco) 56

 

Il percorso espositivo (Fabrizio Ghio) 59

 

Abbreviazioni bibliografiche 60

 

Referenze grafiche e fotografiche 63