Bartesaghi, Paolo - Frassica, Pietro (a cura di): Giuseppe Parini, Soggetti per artisti,208+56 pp., con 97 figure in bitono e a colori f.t., 14,5 x 24,2 cm, ISBN: 978-88-6227-841-6, 78 €
(Fabrizio Serra editore, Pisa · Roma 2016)
 
Compte rendu par Piera Arata, Liceo artistico “Pinot Gallizio”, Alba (Cuneo), Italia
 
Nombre de mots : 1567 mots
Publié en ligne le 2019-01-29
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          Nell’ambito della Edizione nazionale delle opere di Giuseppe Parini,  operante dal 1999, diretta da Giorgio Baroni, il settimo volume si occupa dei Soggetti per artisti, un’attività che l’illustre letterato milanese espleta a partire dal 1778, quando gli viene richiesta una consulenza iconografica  per il Telone del Nuovo Teatro alla Scala, ricostruito da Giuseppe Piermarini dopo l’incendio del Teatro Ducale; Giuseppe Parini viene scelto per questo incarico in quanto ormai da dieci anni era il poeta ufficiale dello stesso Teatro Ducale.

 

         In questo testo sono pubblicati i Soggetti per artisti, databili tra il 1778 e il 1790, riferibili alle decorazioni pittoriche e scultoree  di  sette edifici: il Teatro alla Scala, il Nuovo Teatro di Novara, i Palazzi di Corte a Milano e a Taxipalais (Innsbruck) e i milanesi Palazzo Greppi, Palazzo Confalonieri, Villa Reale – Nuovo Palazzo Belgioioso.

 

         Il testo dei Soggetti presentato da Parini, e pubblicato integralmente nel volume, si compone di una introduzione generale e di una descrizione precisa di ogni singola scena che dovrà essere rappresentata in pittura o scultura, per la decorazione di sipari, sovrapporte, medaglie, tondi, bassorilievi ed affreschi.

 

         Le indicazioni che il poeta fornisce sono puntuali, espresse con quella chiarezza ed una certa garbata ironia che contraddistinguono la sua produzione letteraria, pur salvaguardando la libertà creativa degli artisti che danno forma alle sue creazioni iconografiche; introducendo i soggetti per il Palazzo di corte, 1778, Parini scrive:  “S.A.R. ha ordinato la composizione di tre Soggetti per le medaglie di tre stanze diverse, come pure la composizione dei Soggetti per li sovraporte rispettivi delle medesime stanze. Per riguardo a questi ultimi sarebbe necessario d’intendersi col Pittore per la convenevole grandezza delle figure: poiché dalla grandezza dipende il numero di queste; e dal numero la scelta de’ Soggetti.” (p. 60).

 

         Gli artisti che hanno illustrato i soggetti pariniani, sia in terra lombarda sia austriaca, sono i pittori Martin Knoller, Giuliano Traballesi e gli scultori Giuseppe Franchi,  Gaetano Callani e Giocondo Albertolli; le opere ancora conservate sono illustrate nelle tavole a colori e nelle illustrazioni in bianco e nero del volume.

 

         La stesura di soggetti per artisti è un’attività usuale di letterati, umanisti e teologi, a partire dal Cinquecento, quando la complessità dei temi, i riferimenti simbolici ed allegorici, il richiamo all’Antico e la reinterpretazione della mitologia classica richiedono una cultura ben più vasta ed eterogenea  di quella posseduta da un artista, ad eccezione forse di personaggi come Michelangelo.  Il tema della decorazione della Cupola di santa Maria del Fiore – realizzata da Giorgio Vasari e Federico Zuccari - viene elaborato dall’erudito don Vincenzo Borghini, mentre la complessa simbologia de Il trionfo della Divina provvidenza di Pietro da Cortona sulla volta di Palazzo Barberini di Roma viene predisposta dall’umanista pistoiese Francesco Bracciolini, per fare due esempi famosi.

 

         Fonti documentarie (contratti, pagamenti, lettere) ricordano la proficua collaborazione tra letterati ed artisti, per venire incontro alle esigenze dei committenti. La trattatistica del Rinascimento utilizza tre termini per tre funzioni diverse: “l’Intenzione, espressione della volontà e delle esigenze del committente,  l’invenzione , termine mutato dalla retorica per indicare il programma iconografico, frequentemente affidato ad un colto consigliere, e l’artifizio vero e proprio, del quale è responsabile l’artista” (p. 13).

 

         Giuseppe Parini (1729-1799), esponente di spicco della cultura milanese settecentesca, dedica quindi una parte non marginale della sua produzione letteraria a questo scopo. Nella scrittura dei Soggetti per artisti,  conservati nel fondo pariniano della Biblioteca Ambrosiana di Milano, emergono gli elementi stilistici del linguaggio del poeta, chiaro e puntuale, denso di riferimenti mitologici ed allegorici,  molto spesso  con forti connotazioni pittoriche.

 

         Il Parini, nell’ambito della sua produzione letteraria, promuoveva nei temi e nei contenuti  le istanze illuministiche lombarde del rinnovamento morale e civile della società settecentesca, ma restava appieno nella tradizione stilistica del Classicismo italiano. Il poeta era titolare della cattedra di Belle Lettere dell’Accademia di Brera, in cui la riforma aveva introdotto lo studio della mitologia e la sua diuturna frequentazione con l’ambiente artistico aveva affinato la sua percezione visiva, che si esprime in dense immagini anche nella scrittura. Questo affinamento del gusto pittorico si riscontra in particolare nelle revisioni finali della scrittura del Giorno, quando la poesia si arricchisce di elementi visivi e di dettagli decorativi, che sottolineano l’interdipendenza delle due attività, poetica ed artistica.

 

         Per la scrittura dei Soggetti per artisti Parini attinge alla sua profonda cultura mitologica e letteraria, che gli permette di padroneggiare con sicurezza la materia iconografica; si avvale di numerosi fonti, i volumi più importanti pubblicati sull’argomento sono  reperibili nel catalogo della sua personale biblioteca: le Vite di G. Vasari, Le imagini de i Dei degli Antichi di V. Cartari,  Il libro degli Emblemi di A. Alciati, Iconologia di Cesare Ripa, Il dizionario abbreviato delle favole di P. Chompré. In particolare questi ultimi due testi risultano alla base di molte scelte iconografiche, come si evince dalle note esplicative al termine del volume.

 

         Giuseppe Parini comunque, nel solco della più aggiornata cultura neoclassica, supera  la visione meramente emblematica ed aneddotica dell’iconologia precedente per proporre delle rappresentazioni allegoriche morali. Infatti, Johann Georg Sulzer, Discorso sull’allegoria, aveva distinto le immagini allegoriche, espressione di una idea o di una qualità, dalle rappresentazioni allegoriche morali, dove più immagini esprimono un’azione, un avvenimento o una nozione composta. Ad esempio, immagini allegoriche si possono trovare nella Stanza di Ricevimento di Palazzo Reale, dove alcune figure sono esempio di amicizia. Le rappresentazioni allegoriche morali sono invece più complesse; i soggetti elaborati per il palazzo della contessa Confalonieri hanno come tema principale l’Amore e Parini inventa diverse scene per illustrare come  L’Amore vorrebbe essere eterno: “Un Amorino forte ed ardito si sforza di legare il Tempo con catene di rose. Un altro ne spezza dispettosamente l’oriolo, lasciandone cader la polvere sul suolo”; oppure come La immodestia dispiace ad Amore: “Venere dorme mezza ignuda. Un amorino licenzioso co’ piedi e le orecchie di capra, tenta di scoprire l’altra parte guardando con lasciva curiosità. Un altro Amorino più grande sopravviene minaccioso; e lo respinge.” (p. 102)

 

         L’edizione critica de I Soggetti si inserisce in una tradizione bicentenaria di studi pariniani;  erano già stati pubblicati nelle edizioni dell’opera omnia di Giuseppe Parini curate da Reina (1803), Bellorini (1915), Mazzoni (1925), De Angelis (1990), Barbarisi (2000), Barbarisi-Bartesaghi (2005).  Il volume della “Edizione nazionale” è dedicato esclusivamente a questo tema e, dal punto di vista critico, si configura come più fedele alla riproduzione dei manoscritti, sia  nell’interpunzione che  nell’uso delle maiuscole e minuscole; un preciso apparato filologico a piè di pagina, con l’indicazione di discordanze e varianti, abbozzi e progetti scartati, permette al lettore di rendersi conto della complessità della stesura dei Soggetti, sottolineando ancora una volta il lavoro meticoloso dell’autore in un campo della sua attività non episodico e marginale, ma considerato come parte integrante della sua produzione letteraria.

 

         Di grande interesse, al termine del volume, le note esplicative, segnalate da un asterisco nel testo dei Soggetti; le note si riferiscono all’aspetto mitologico, allegorico, iconologico e linguistico, e richiamano puntualmente le fonti utilizzate da  Parini, laddove siano state individuate: “Pace: Donna, che con la destra tiene un ramo di ulivo & con la sinistra un Corpo di divitia” (Ripa, 1618, p. 393 e RIPA 1625, p. 493 sulla base di una medaglia di Traiano)”, p. 170; oppure vengono ipotizzate: “Prontezza: non individuata la fonte. Marginale anche RIPA. Potrebbe essere Dei delitti e delle pene di Beccaria?”, p. 171. Inoltre viene ricordata la presenza di alcuni temi e soggetti in altre opere pariniane: “Pitagora: Parini sintetizza il pensiero di Pitagora a partire da OVIDIO, Metamorfosi, XV, 60-473: 60-159. Più esplicita e diretta la prima redazione del soggetto, titolato: Il troppo uso delle carni e delle vivande artificiose è nocivo alla salute […]. A Pitagora, il “sapiente di Samo”, si fa riferimento anche nel Giorno, nella presentazione dei vari “tipi” di commensali: il vegetariano “ozioso siede Dispregiando le carni; e le narici Schifo raggrinza, in nauseanti rughe Ripiega i labbri, e poco pane intanto Rumina lentamente”. Ma ancora una volta, come nell’esaltazione del commercio, Parini colpisce l’estremizzazione della pratica vegetariana, che porta, dalla difesa degli animali, al ‘ribrezzo’ per l’uomo. Da qui l’esemplare vicenda della ‘vergine cuccia’ (MZ 478-556 e MG 620-697)” (p. 181). Il volume è concluso da un indice dei nomi curato da Maria Luisa Giordano.

 

         In conclusione, si tratta di uno studio accurato di una parte dell’attività letteraria di Parini non accessoria, ma poco conosciuta, a cui viene dedicata per la prima volta un libro, isolandola dal corpus degli scritti pariniani e dandole la meritata importanza. Un testo particolarmente utile per gli storici dell’arte che possono trovarvi un repertorio accurato dal punto di vista iconografico ed uno specchio fedele della cultura neoclassica di una Milano che si poneva in quegli anni l’obiettivo di una modernizzazione nell’abito dell’assolutismo illuminato.

 

 

SOMMARIO

 

Introduzione (Pietro Frassica), pp. 11-23

Manoscritti autografi e apografi, pp.25-26

Abbreviazioni, pp. 27-31

Edizioni, pp. 33-51

 

SOGGETTI PER ARTISTI (1778-1790)

Per il Telone del Teatro grande alla Scala, pp. 55-57

Per il Sipario del nuovo Teatro di Novara, pp. 58-59

Palazzo di Corte, pp. 60-88

Il Giudizio di Paride dal Palazzo di Corte a Taxispalais, pp. 89-90

Palazzo Greppi, pp. 90-101

Palazzo Confalonieri, p. 102

Palazzo Belgioioso, pp. 103-107

Villa Reale – Nuovo Palazzo Belgioioso, pp. 108-117

Note al testo, pp. 119-143

Note esplicative, pp. 145-189

Indice dei nomi (Maria Luisa Giordano), pp. 191-199