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Compte rendu par Maria Milvia Morciano Nombre de mots : 1561 mots Publié en ligne le 2020-03-05 Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700). Lien: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=3069 Lien pour commander ce livre
Questo volume è il secondo di una collana volta a illustrare i risultati delle ricerche archeologiche ‒ condotte tra il 2006 e il 2010 dall'Università di Barcellona e dall’Istituto Nazionale del Patrimonio della Tunisia, con la collaborazione dell’ICAC ‒ ad Althiburos, antico centro corrispondente all’attuale M’déina (governatorato di El Kef), situato al confine con la Numidia e lungo la direttrice viaria che congiungeva Cartagine, capitale della provincia, con Theveste, sede della legio III Augusta.
La zona interessata dalle indagini di scavo corrisponde all’area del Capitolium, cuore della città, e una piccola parte della necropoli meridionale, quindi in zona periferica rispetto al tessuto urbanistico.
Mentre nel primo volume della serie, Althiburos I, veniva presentata l’edizione degli scavi, qui ci si concentra sullo studio dei materiali, divisi in due parti principali: nella prima sono classificati e studiati quelli archeologici e archeometrici, nella seconda quelli archeobiologici.
Il risultato è un importante profilo della vita della città attraverso le sue fasi cronologiche, ma anche un utile strumento di studio, di confronto e di approfondimento di singole classi di materiali. Sarebbero state molto gradite alcune carte topografiche generali che sarebbero state di grande aiuto al lettore per localizzare più agevolmente le aree soggette alla ricerca e le emergenze architettoniche. In questo senso, il libro è strettamente legato ad Althiburos I e non può essere compreso a pieno senza fare riferimento ad esso. Ciononostante, può comunque vivere di vita propria quale strumento di lavoro per chi si occupa di determinate classi di materiali o determinati settori della ricerca, dall’epoca preromana alla medioevale, e come traccia di un esemplare metodo di indagine a tutto tondo che dalla ricerca sul campo si trasferisce e si realizza, in seguito, nello studio a tavolino.
Il primo volume, come illustrato da Ariane Bourgeois nella sua recensione su Histara (http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=1627&lang=it&quest=althiburos), parte dall’inquadramento di Althiburos nell’ambito della sua posizione geografica e della storia degli studi e delle ricerche, fornendo cioè tutte quelle informazioni preliminari ed essenziali alla conoscenza del sito. Successivamente, si passa a illustrare i risultati degli scavi, condotti nelle aree, come si è detto, del Capitolium e di un settore della necropoli meridionale. Le cronologie sono state divise nei tre grandi periodi: numidico, romano e medioevale.
Il secondo volume, quello che stiamo analizzando, Althiburos II, riprende in modo sistematico lo studio dei materiali, già presentati all’interno delle stratigrafie, secondo un ordine sistematico chiaro e agile da consultare.
Il volume, la cui struttura è composta di capitoli chiusi e per così dire “specializzati”, non offre un capitolo finale d’insieme che per così dire, che tiri le somme con un discorso unitario e riassuntivo. Questo è presente soltanto nella breve prefazione, tra l’altro di grande interesse, dei due curatori.
Tra i risultati ottenuti, le cronologie sostanzialmente non si discostano da quelle già presentate durante l’analisi delle stratigrafie del primo libro, ma le sfumature e quindi le conoscenze, in particolar modo delle fasi più antiche, ovvero quelle precedenti l’epoca romana, offrono conoscenze e scansioni cronologiche più precise, inserendo questo piccolo centro, eppure molto vitale, nel quadro di una storia condivisa con i centri urbani circonvicini.
Al momento sono state individuate tre fasi cronologiche principali: Antico Numidico (NA), dal X all’VIII sec. a. C.; Numidico Medio (NM) tra la fine del VII e il 400 a. C.; il Numidico Recente (NR) tra il 400 e l’inizio dell’età imperiale. All’interno di queste, sono state proposte delle sottofasi: NA (NA1, X secolo, NA2, IX secolo, NA3, VIII secolo) e NR (NR1, circa 400-150 e NR2, circa 150-27). Così per l’epoca romana: Alto Impero 1 (Periodo di Augusto); Alto Impero 2 (da Tiberio a Commodo) e Alto Impero 3 (Commodo ed epoca severiana).
Il primo capitolo è dedicato all’architettura e all’urbanistica del periodo numidico, dove la continuità di vita della città si è sovrapposta pesantemente alle strutture più antiche, impedendone una libera indagine. Tuttavia, gli scavi archeologici qui effettuati hanno permesso di individuare le tecniche edilizie, l’uso dei materiali (in particolare il mattone crudo), le caratteristiche e le funzioni degli edifici. In forma preliminare gli autori hanno evidenziato come nelle strutture architettoniche fossero apprezzabili influenze fenicie puniche, mentre appare singolare che non appaia l’opus africanum ben attestato invece a Cartagine.
I capitoli seguenti sono stati dedicati alla ceramica preromana e poi a quella romana e medioevale, sia di produzione locale che di importazione. Seguono quindi gli oggetti mobili realizzati con vario materiale e di diversa funzione, come le rondelle ritagliate dalle pareti dei vasi, le terrecotte di epoca romana, gli oggetti litici. Gli studi archeometrici analizzano caratteristiche della ceramica e delle macine. Segue lo studio di oggetti di legno, osso o avorio; vetri e piccoli manufatti litici; monete e infine oggetti in metallo. La cultura materiale evidenziata dallo studio della ceramica e del vetro ha restituito un quadro chiaro e preciso di Althiburos, città molto ben integrata nei circuiti commerciali regionali e interprovinciali nel periodo tra il I sec. a. C. e il VI d. C.
Al di là dei risultati ottenuti da tali studi, al quale hanno dedicato il loro impegno, complessivamente ben trenta studiosi per un totale di venti capitoli, colpisce l’impressionante apparato grafico e fotografico. Ogni frammento ceramico, ad esempio, è descritto con una scheda e accompagnato da disegni e foto a colori. Utili grafici completano l’apparato documentario. La bibliografia si concentra alla fine di ciascun capitolo ed è discretamente aggiornata.
Il capitolo dedicato al Capitolium presenta lo studio di nuovi frammenti che vanno a completare l’iscrizione, permettendo di ribadire la dedica del tempio triadico da parte di Commodo, già avanzata da Alfred Merlin, pioniere delle ricerche ad Althiburos nel secolo scorso, di contro alla più recente ipotesi di Naïdé Ferchiou che propendeva per una cronologia più bassa, in accordo con le decorazioni architettoniche. Nabil Kallala, autore di questo studio, si pone anche importanti domande sulla correlazione tra fondazione di una colonia e dedicazione del tempio triadico. Fatto non necessariamente sempre collegato. Anche le decorazioni architettoniche possono essere state finite in un secondo momento e non per forza devono risalire alla dedica epigrafica.
La seconda parte del volume tratta di studi archeobiologici. Grazie ad essi la ricostruzione del passato si arricchisce di strumenti che rendono viva la ricerca e dalle enormi potenzialità future. In questi capitoli sono stati analizzati i resti faunistici, dei grani e della frutta che permettono di ricostruire l’alimentazione, le strategie per l’allevamento e l’agricoltura degli abitanti di Althiburos dalle epoche più antiche. Ugualmente i resti di legno carbonizzato testimoniano come veniva usato il combustibile per la cottura dei cibi, il riscaldamento e la fabbricazione di utensili di vario materiale, dalla ceramica ai metalli. I resti di legna forniscono informazioni utili alla ricostruzione del paesaggio e alla gestione delle risorse naturali. Lo studio di micro-resti vegetali e fecali ha permesso di ricostruire una continuità dell'occupazione del sito per tutto il primo millennio della nostra era.
I resti antropologici provengono naturalmente dalle necropoli e il loro studio si è rivelato interessante ai fini di una conoscenza sul tasso di mortalità della popolazione, ad Althiburos al momento sembra molto incidente quella al di sotto dei 20 anni, dimostrando nell’epoca numidica un condizione di vita piuttosto difficile.
Indice del volume
Prefazione e ringraziamenti - N. Kallala e J. Sanmartí (7)
Studi archeologici e archeometrici 1. L’architettura e l’urbanistica durante il periodo numidico - M. C. Belarte et J. Ramon, con la collaborazione di M. Jenène et M. Torchani (13) 2. La ceramica preromana lavorata al tornio - J. Ramon, J. Sanmartí et B. Maraoui Telmini (49) 3. La ceramica preromana modellata - J. Sanmartí, J. Ramon et B. Maraoui Telmini (85) 4. La ceramica romana: contesti, repertori e tipologie - M. ben Moussa e V. Revilla Calvo, con la collaborazione di M. Jenène (141) 5. La ceramica romana medioevale: contesti e repertori - C. Touhiri (243) 6. Le rondelle ritagliate dai frammenti delle pareti vascolari - J. Sanmartí (263) 7. Terrecotte di epoca pre-romana - J. Sanmartí (267) 8. Oggetti litici - J. Sanmartí, A. López et R. Álvarez (275) 9. Studio della caratterizzazione archeometrica delle ceramiche e delle macine del periodo Numidico - M. Madrid i Fernández, J. Buxeda i Garrigós e R. Di Febo (287) 10. Gli oggetti in materiale duro di origine animale (osso, corno di cervo e avorio) - R. Álvarez, S. Valenzuela-Lamas et J. Sanmartí (313) 11. I vetri e i piccoli oggetti litici - V. Revilla Calvo et J. Sanmartí (337) 12. Le monete - Z. Ben Hadj Naceur-Loum (355) 13. Le mobilier métallique - A. Tekki (391) 14. La dedica ritrovata del Capitolium - N. Kallala (411)
Studi archeobiologici 15. Alimentazione e allevamento a partire dai resti faunistici . S. Valenzuela-Lamas (421) 16. Agricoltura e alimentazione a partire dallo studio dei resti di grani e frutti - D. López et F. J. Cantero (449) 17. Risorse forestali a partire dallo studio dei carboni del legno - F. J. Cantero e R. Piqué (491) 18. Le attività domestiche del periodo numidico attraverso lo studio di micro-resti vegetali e fecali: fitoliti e sferuliti - M. Portillo e R.-M. Albert (517) 19. Analisi palinologica del sito di Althiburos e dei suoi dintorni. Y. Miras, S. Riera, M. Bourgou e H. Abichou, con la collaborazione di N. Ezzine (529) 20. Studio di resti antropologici - Th. Fadrique (533)
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Éditeurs : Lorenz E. Baumer, Université de Genève ; Jan Blanc, Université de Genève ; Christian Heck, Université Lille III ; François Queyrel, École pratique des Hautes Études, Paris |