De Francesco, Daniela : Il papato e l’approvvigionamento idrico e alimentare di Roma tra la tarda antichità e l’alto Medioevo, 140 p., 56 ill. in bn, ISBN : 978-88-7140-824-8, 20 €
(Edizioni Quasar, Rome 2017)
 
Recensione di Gaetano Colantuono
 
Numero di parole: 420 parole
Pubblicato on line il 2019-01-16
Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
Link: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=3331
Link per ordinare il libro
 
 

 

          L’intento del volume è, secondo le parole dell’A. nella breve Premessa (p. 5), offrire una “messa a punto” dello sviluppo storico nelle forme di gestione dell’approvvigionamento alimentare e della cura degli acquedotti nella Roma fra età tardoantica e altomedievale, quando si verificò, prima, un crescente ruolo di supplenza amministrativa del papato rispetto al potere imperiale, poi, di sostituzione. Si tratta di temi decisivi per qualunque ricostruzione storica della società romana di quei secoli e l’A. li affronta con un approccio archeologico e con opportuni riferimenti alle fonti soprattutto epigrafiche e scritte (legislazione imperiale, documenti pontifici, fonti letterarie, itinerari). La sintesi si snoda in tre agili capitoli, corredati da illustrazioni e carte.

 

         Il primo capitolo affronta i temi della cura annonae e delle frumentationes a partire dalle innovazioni volute dagli imperatori prima di Costantino. La responsabilità delle erogazioni vede nei secoli quarto e quinto un graduale passaggio dall’impegno diretto degli imperatori all’evergetismo delle famiglie aristocratiche, infine all’attività delle istituzioni ecclesiastiche. L’A. ridimensiona, sulla base della recente storiografia, la tradizionale cesura costituita dalle vicende politico-militari che Roma subì nel corso del V secolo: se non mancarono “seri contraccolpi” nella quantità delle forniture, esse non vennero del tutto meno (pp. 16-17). Fra i pontificati di Gelasio e Gregorio Magno si individua la definitiva assunzione dei servizi annonari da parte della chiesa romana, anche grazie alle cospicue proprietà fondiarie detenute nel resto della penisola e in Sicilia. Nell’assolvere le funzioni caritatevoli la chiesa romana creò apposite istituzioni, le diaconie (su cui pp. 22-32), mentre nei secoli VII e VIII la gestione del patrimonio fondiario ecclesiastico nel suburbio venne riorganizzato in domuscultae (su cui pp. 32-49 e 72-79).

 

         Il secondo capitolo tratta della cura delle acque. La manutenzione pubblica degli acquedotti, fondamentale non solo per l’approvvigionamento idrico della popolazione ma anche per il funzionamento delle terme, pare essersi interrotta durante la guerra greco-gotica; anche in questo caso l’epistolario di Gregorio Magno documenta l’assunzione episcopale di quelle funzioni.

 

         La Roma altomedievale, oggetto del terzo capitolo, continua ad avere bisogno di acqua corrente anche per le attività dei mulini sparsi in varie aree urbane e suburbane. Continuarono pertanto i restauri di acquedotti e le fondazioni dei balnea. Di questi sono indagati quelli del Laterano e della basilica vaticana. Particolare attenzione è data alle risultanze archeologiche sui battisteri romani e sui loro differenti sistemi idrici.

 

         Concludono il volume la Bibliografia, l’Elenco delle illustrazioni e gli Indici dei nomi e dei luoghi.