Thuillier, Jean-Paul: Allez les rouges ! Les jeux du cirque en Etrurie et à Rome (Dessales, Hélène - Trinquier, Jean : éd. scientifique ; Salaün, Véronique : collab.), Etudes de littérature ancienne, 26, 250 p., ISBN : 978-2-7288-0580-8, 22 €
(Editions Rue d’Ulm, Paris 2018)
 
Compte rendu par Enrico Giovanelli, Università degli Studi di Milano
 
Nombre de mots : 1364 mots
Publié en ligne le 2019-05-31
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          Questo agile volume dal titolo accattivante costituisce una selezione di scritti di J.-P. Thuillier per rendere omaggio allo studioso, uno dei massimi esperti di manifestazioni sportive e giochi del mondo antico. L’opera si apre con una prefazione (p. 7) di W. Decker, docente di storia dello sport all’Università di Colonia, che ricorda l’importanza e la vastità dell’opera scientifica di Thuillier in questo campo, in particolare riferendosi ai testi riproposti in questo volume che vanno dal 1974 al 2012, nonché alla collaborazione in una summa sullo sport in Egitto, in Grecia e a Roma apparsa nel 2004. Segue poi una premessa dei curatori (p. 11) che spiegano la scelta del titolo, ovvero il grido di incoraggiamento lanciato dagli spalti del Circo Massimo per sostenere una delle quattro fazioni, i Rossi, al momento della prova regina dei giochi, la corsa delle quadrighe.

 

         La prima parte di contributi è dedicata ai giochi nel mondo etrusco (Le sport en Étrurie) ed è divisa in due sezioni: la prima (Jeux hippiques) propone un solo contributo L’aurige Ratumenna (p. 15), la seconda (Jeux athletiques) ne raccoglie tre: Morte d’un lutteur (p. 25), La nudité athlétique (Grèce, Étrurie, Rome) (p. 32), Les danseurs qui tuent… et autres athlètes étrusques (p. 47).

 

         La seconda parte è molto più ampia ed è dedicata a Roma (Le sport à Rome). Si apre anche questa con la sezione dedicata ai giochi ippici (Jeux hippiques) che raccoglie ben otto contributi: Le programme hippiques des jeux romaines: une curieuse absence (p. 65), L’organisation et le financement des ludi circensenses au debut de la République. Modèle grec ou modèle étrusque? (p. 86), Les cursores du cirque étaient-ils toujours des coureurs à pied? (p. 99), «Auriga/Agitator»: des simples synonymes? (p. 107), Agitator ou sparsor? à propos d’une célèbre statue de Carthage (p. 112), Les desultores de l’Italie antique (p. 133), Circensia. Des noms, des choses et des hommes (p. 149), Une journée particulière dans la Rome antique. Pour une topographie sportive de l’Urbs (p. 155).

 

         Si procede poi con la seconda sezione sui giochi atletici (Jeux athletiques) con due lavori: Le programme «athlétique» des ludi circenses dans la Rome républicaine (p. 167) e Le cirrus et la barbe. Questions d’iconographie athlétique (p. 184).

 

         Vi è infine una terza sezione (Sport et littérature) con articoli che prendono le mosse dalle fonti letterarie: Stace, Thébaïde, VI. Les jeux funèbres et les réalités sportives (p. 209) e Panem et luctatores. Pain public et sport privé (Suétone, Néron, 45) (p. 225). Come di consueto nei casi di raccolte di studi celebrativi, anche questo volume si chiude con l’elenco delle sedi dove sono apparsi per la prima volta i contributi qui presentati (p. 235), la bibliografia aggiornata dello studioso (p. 237) e la bibliografia generale di riferimento (p. 247).  Trattandosi di lavori già pubblicati, e in molti casi ben noti, nonché abbondantemente citati nella letteratura sul tema degli spettacoli sportivi nel mondo antico sarebbe pleonastico discuterli nel dettaglio. Tale aspetto tuttavia non è un difetto di questo volume bensì il suo primo pregio: l’utilità delle raccolte di scritti, oltre al mero intento celebrativo di uno studioso che ha ampiamente contribuito alle ricerche di un determinato campo, è mettere a disposizione del resto della comunità scientifica numerosi testi in maniera immediata, agevolando e velocizzando così il processo della raccolta bibliografica, a maggior ragione in questi ultimi tempi in cui le biblioteche degli istituti universitari e di ricerca sono spesso sprovviste di risorse per mantenere complete e aggiornate collane e periodici o reperire un singolo volume pubblicato in precedenza.

 

         Nel presente caso, inoltre, è a mio avviso meritoria anche la selezione dei testi proposta dai curatori. Il relativamente ampio arco cronologico (quasi quarant’anni di produzione scientifica di Thuillier) su argomenti precisi (principalmente i giochi equestri e gli sport da combattimento) permettono al lettore di comprendere l’evoluzione del pensiero critico di un studioso. La strutturazione del volume illustra bene infatti come J.-P. Thuillier, nel corso degli anni, sia stato capace di ritornare più volte su un medesimo tema, rielaborando, rimeditando e arricchendo con argomentazioni originali alcune sue intuizioni avute in precedenza. Ad esempio, possiamo considerare come egli abbia sempre sostenuto lo stretto rapporto tra le corse dei carri in Etruria e a Roma, proponendone uno sviluppo autonomo e indipendente dal mondo greco. Tale proposta è quasi unanimemente accettata ad oggi ed è stata recentemente ribadita anche dal punto di vista tecnico della realizzazione dei carri rinvenuti in diverse aree della penisola italiana in età preromana[1].

 

         La maturazione nel tempo di un singolo studioso è un aspetto che nell’archeologia moderna troppo spesso passa sottotraccia e che andrebbe maggiormente considerato quando si affrontino discorsi sulla storia della disciplina. Come infatti si parla di opere della giovinezza e della maturità di uno scrittore o di un filosofo, tale approccio andrebbe considerato anche per gli studiosi di ambito umanistico. Opera selecta di questo tipo permettono di farlo.

 

         I saggi riproposti in questa sede forniscono anche un esempio della metodologia e degli strumenti di cui necessita uno studioso che si occupi dello sport nell’antichità: conoscenza dell’iconografia, dei realien forniti dagli scavi, fonti e lessico. Il sapere intrecciare tutto questo ha permesso di fare chiarezza sull’apparente ambiguità dell’uso di alcuni termini come agitator o sparsor o di ridimensionare lo stereotipo sulla nudità atletica così diffusa nella ceramica greca.

 

         A tutto questo si aggiunge la conoscenza delle versioni moderne degli sport considerati e la relativa capacità di addurre un confronto con esse: il risultato sono così brillanti intuizioni che permettono di stabilire che dei pugili raffigurati con un flautista dovevano essere verosimilmente accompagnati dalla musica durante i loro allenamenti o incontri così come avviene ancora oggi nella muay thai o che l’incontro, apparentemente anomalo e inusuale in un evento panellenico, tra un lottatore etrusco e un lottatore greco possa essere visto come una sorta di “prestige fight” o “co-main event” che arricchiva e valorizzava lo spettacolo come nelle card degli attuali meeting di sport da combattimento (boxe, kick boxing, mma).

 

         Dal punto di vista redazionale il libro si presenta in una veste sobria ed essenziale. Segnalo solo due refusi nell’indice iniziale (p. 5) dove i titoli di due articoli (L’organisation et le financement des ludi circenses au début de la République. Modèle grec ou modèle etrusque? e Une journée particulière dans la Rome antique. Pour une topographie sportive de l’Urbs) sono stati separati e indicati nella stessa pagina).

 

         In conclusione il libro costituisce un utile strumento di lavoro per chi si occupa di sport e giochi in Etruria e a Roma e, dato il prezzo assai contenuto, risulta accessibile anche a un giovane studente che svolga un lavoro di tesi o sia interessato all’ambito.

 


[1] Si veda ad esempio J.H. Crouwel, Chariots and other wheeled vehicles in Italy before the Roman empire, Oxford 2012.

 

 

 

Indice del volume

 

Préface p. 7

 

Avant-propos p. 11

 

Première partie. Le sport en Étrurie p. 13

Jeux hippiques p. 14

L’aurige Ratumenna p. 15

Jeux athlétiques p. 24

Mort d’un lutteur p. 25

La nudité athlétique (Grèce, Étrurie, Rome) p. 32

Les danseurs qui tuent… et autres athlètes étrusques p. 47

Seconde partie. Le sport a Rome p. 63

Jeux hippiques p. 64

Le programme hippique des jeux romains: un curieuse absence p. 65

L’organisation et le financement des ludi circenses au début de la République. Modèle grec ou modèle etrusque? p. 86

Les cursores du cirque étaient-ils toujours des coureurs à pied? p. 99

«Auriga/Agitator»: des simples synonymes? p. 107

Agitator ou sparsor? à propos d’une célèbre statue de Carthage p. 112

Les desultores de l’Italie antique p. 133

Circensia. Des noms, des choses et des hommes p. 149

Une journée particulière dan la Rome antique. Pour une topographie sportive de l’Urbs p. 155

Jeux athlétiques p. 166

Le programme «athlétique» des ludi circenses dans la Rome republicaine p. 167

Le cirrus et la barbe. Questions de iconographie athétique p. 184

Sport et littérature p. 208

Stace, Thébaïde, VI. Les jeux funèbres et les réalités sportives p. 209

Panem et luctatores. Pain public et sport privé (Suétone, Néron, 45) p. 225

 

Sources des textes p. 235

 

Bibliographie de Jean-Paul Thuillier p. 237

 

Bibliographie générale p. 247