Cardarelli, S. - Fenelli, L. (ed.): Saints, Miracles and the Image. Healing Saints and Miraculous Images in the Renaissance, (STAH), IV+318 p., 30 b/w ill. + 87 colour ill., 216 x 280 mm, ISBN : 978-2-503-56818-8, 120 €
(Turnhout, Brepols 2018)
 
Compte rendu par Giulia Savio
 
Nombre de mots : 2432 mots
Publié en ligne le 2019-07-04
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          Talvolta le conferenze, o per meglio dire le ricerche ad esse correlate, non trovano spazio in pubblicazioni specifiche e rischiano di perdersi o di non essere sufficientemente valorizzate e apprezzate. Non è il caso di questo volume che, grazie all’impegno delle due curatrici (Sandra Cardarelli e Laura Fenelli) include non solamente due giornate/sessioni di studi (Saints, Miracles and Image: Representing Healing Saints in the Renaissance – RSA Conference, Berlino 2015 e Miracoli di Carta, Miracoli Dipinti: Testi e Immagini del Prodigioso in Italia tra XVI e XVIII secolo – Istituto Sangalli, Firenze) ma amplia l’indagine offrendo contributi che, partendo da un interesse precipuo verso l’immagine dei santi e la loro iconografia si sposta ed indaga altresì, fra i molti argomenti, anche sulla diffusione del culto, la devozione, la committenza, l’autenticità delle opere. Il tutto attraversando, se così si può dire, vari campi di studio (Archivistica, Genere, Storia dell’arte, Storia culturale e religiosa ecc.)

 

         Come è noto, e come ci ricordano le curatrici nell’esaustiva introduzione, l’argomento relativo allo studio delle immagini miracolose, infatti, ha vissuto una certa rivalutazione ma pur sempre in maniera  circoscritta per periodi, spazi e luoghi limitati. In questo caso invece, l’idea è stata quella di ampliare il campo di indagine e la metodologia.

 

         Seppur l’argomento sia ben esemplificato già dal titolo “Saints, Miracles and Image: Healing Saints and Miraculous Images in the Renaissance” va comunque sottolineato che la ricerca parte da più occasioni di studio pluridisciplinare e soprattutto da diverse fonti e luoghi (lo spettro di indagine ha abbracciato tutta l’Italia e oltre).  Altresì il segmento temporale del titolo (Il Rinascimento) è lievemente riduttivo poiché, inevitabilmente, i testi proposti per necessità storica spaziano in ambito un po’ più ampio ma è pur vero che il periodo documentato maggiormente affrontato è questo.

 

         I contributori, provenienti da alcune prestigiose università e da vari centri di ricerca ma soprattutto di differenti nazionalità, infatti, hanno sviluppato un’analisi completa che ha permesso di approfondire l’argomento grazie a più punti di vista, oltre ad aver aggiornato e reso disponibile una bibliografia precisa e completa relativa al soggetto. Di fatto quando si parla di “Santi e miracoli” la mente si rivolge prevalentemente all’agiografia e alle immagini popolari più note senza guardare al di là cosa che i vari contributori sono riusciti a intraprendere.

 

         Nello specifico, seppur sinteticamente, il primo saggio (pp. 29-51) a firma di Sheila Baker (PhD Columbia University 2002) funge quasi da introduzione all’ambiente culturale e religioso romano, all’uso del culto delle immagini quale atto salvifico, insieme ad alcuni rituali, in caso di epidemie di peste.  La studiosa propone uno stretto legame fra tradizione religiosa, culto e medicina, e sottolinea, in qualche modo, una connessione diretta con l’aldilà, essa stessa amplificata dal valore salvifico del miracolo.

 

         La studiosa riesce a far riflettere anche sul concetto di “intercessione religiosa e cura laica”, la contrapposizione  fra religioso e laico-scientifico, o per meglio dire la complementarietà dei due metodi  permettono di cogliere al meglio le diverse funzioni del culto in virtù della società, dei tempi e dei modi in cui questa adorazione è stata proposta, proponendo esempi di carattere religioso e artistico e non finendo mai in una facile generalizzazione. L’uso dell’immagine come intercessione contro la lebbra nella Roma medievale e poi nel Rinascimento fiorentino viene accompagnata da una ricca carrellata di immagini esemplificative avvallando le sue teorie.

 

         Il secondo contributo scritto da Diana Norman (Professore emerito – Open University U.K.) sviluppa attraverso una ricerca agiografica la figura del senese Andrea Gallerani, fondatore della Congregazione dei Frati della Misericordia e della sua attività “miracolosa”. In stretta correlazione il terzo saggio di Jessica N. Richardson (Wissenschaftliche Assistentin- Kunsthistorisches Institut – Firenze) che pur con una visione più propriamente storico artistica, infatti, si concentra su Lippo di Dalmasio (1355-1410) e sulla sua attività presso San Procolo a Bologna riesce a mettere in correlazione l’attività del pittore con la fama delle immagini da lui realizzate, in particolare la Madonna di San Procolo, fornendo un panorama completo  della storia e del significato di tale devozione per la città di Bologna e per i suoi cittadini.

 

         Peculiarità del volume l’aver saputo coniugare un’ analisi più tradizionalmente agiografica alla multidisciplinarità con un occhio di riguardo alla storia dell’arte e della storia culturale. In particolare, in questo contesto, non ci cerca più di capire  se un certo santo è davvero vissuto nel modo in cui ce lo raccontano i relativi testi agiografici, composti del resto non di rado a grande distanza cronologica dai fatti che narrano, ma si tratta, di mettere meglio a fuoco gli aspetti storici e i tipi di informazione storica (anche artistica) che da esso si possono ricavare.

 

         Proprio queste riflessioni metodologiche hanno aperto la strada, oltreché a una serie di innovative piste di ricerca, anche e soprattutto a una riconsiderazione del complesso rapporto tra storiografia, arte, agiografia e persino geografica.

 

         A sottolineare l’ampio ventaglio dei luoghi analizzati, nel quarto contributo (pp.95-114) di Gabriele Fattorini (Ricercatore – Università di Messina), l’attenzione si sposta invece su Siena e sulla funzione politica che le immagini religiose possono avere (ricordando la battaglia di Montaperti del 1260). Segue l’interessantissimo saggio di Vittoria Camelliti (PhD Università di Udine) (pp. 115-130) che con un occhio di riguardo a tutto il Nord Italia  sviluppa e documenta la pratica di creare modelli di città con scopi devozionali, ovvero come questi venissero offerti come doni per chiedere protezione.

 

         Utile rilevare come, in  questo contesto, si possa affermare come il concetto di culto si sviluppi in rapporto fra santità e storia politica- sociale – istituzionale senza mai allontanarsi però da una visione antropologica dell’immagine. Già numerosi studi (ben esemplificati in bibliografia) avevano posto l’attenzione, come in questo caso e in altri saggi successivi, sui rapporti fra santi, città  e territorio sottolineando la funzione culturale “autonoma” del Santo come identificativo della città ma in questi saggi si è riuscito ad andare oltre esemplificando come una città si possa riconoscere in un preciso culto religioso e viceversa.

 

         Il sesto intervento di Valentina Živković (Senior Researc Fellow- Institute  for Balkan Studies, Belgrado) (pp. 131-146) amplia geograficamente l’analisi e  si focalizza su Venezia e Kotor in Montenegro. Esemplifica come l’uso di immagini sacre più tradizionali quali le figure di Santa Caterina, San Marco ecc… riuscirono a essere complementari a quella del patrono del luogo San Trifone.

 

         Segue il saggio di una delle due curatrici Sandra Cardarelli (Honorary Research Fellow – Centre for Early Modern Studies, Università di Aberdeen) (pp. 147-168) che punta l’attenzione sulla fortuna di alcuni culti devozionali che più tipicamente legati a grandi città riuscirono a svilupparsi, altresì, in piccoli centri. L’autrice espone, infatti, il caso dei Santi Cosma e Damiano e attraverso una dettagliata analisi archivistica, storica  e artistica mostra come tale devozione abbia varcato i tradizionali confini fiorentini fino ad arrivare, con varie vicissitudini storico politiche, al senese. Ma soprattutto riportando all’attenzione, gli studi sul Pannelo 432 della Pinacoteca Civica di Siena opera di Matteo di Giovanni rappresentante appunto oltre alla Vergine col bambino, San Sebastiano, Giuliano anche appunto Cosma e Damiano. La studiosa prima rammenta l’importanza del dipinto per la comunità, l’iconografia, il suo forte valore quale strumento di intercessione fra Dio e la comunità ma ne avvalla anche nuove idee sulla provenienza, la proprietà e la committenza.

 

         Il settimo articolo, a firma di Marco Faini (Università di Rochester) (pp.169-188), frutto di una ricerca più ampia per l’Università di Cambridge (Domestic devotion: The place of Piety in the Renaissance Italian Home, 1400-1600), sottolinea un aspetto diverso della spiritualità e del concetto di miracolo. L’analisi dei libri, delle preghiere e del materiale cartaceo con particolare attenzione all’abito marchigiano fornisce al lettore una chiave diversa laddove la maggiore disponibilità e diffusione  di carte rinforza sia l’idea di culto che i benefici effetti del miracolo.

 

         Segue l’esauriente e stimolante saggio di Alessia Meneghin (Ahmanson Fellow – Villa I Tatti, Harvard University, Firenze) (pp.189-202) che analizza la figura della Beata Vergine del Soccorso di Rovigo e la sua fortuna agiografica.  Attraverso lo studio di vari documenti in particolare di un volume (Miracoli e Gratie della Beata Vergine nella Chiesa del Soccorso della città di Rovigo) del 1599 di Celio Nicolio che elenca proprio i miracoli avvenuti nella zona fra il 1594 e il 1597. La quantità e i dettagli sono impressionanti e permettono all’autrice di analizzare altresì, il contesto sociale, politico e storico del periodo e del luogo.

 

         Ogni testo agiografico ma altresì artistico, pare dirci ogni autore, è di per se stesso elaborazione letteraria di eventi di un passato la cui distanza cronologica dall'agiografo- narratore-artista varia grandemente da caso a caso ma anche da un tipo all'altro di testo-prodotto artistico; ogni “fonte”, insomma, racconta una storia, prodotta anche per entrare nel novero delle tradizioni, delle memorie collettive, persino degli elementi identitari del suo pubblico e della comunità che pratica il culto dei relativi santi. Tuttavia, come si approfondisce in queste dense pagine, la vicenda di ogni santo è spesso anche occasione per offrire una certa credibilità e dunque legittimità di quanto si narra ma più spesso per motivi diversi (politici, politico-religiosi, sociali) e talora del tutto slegati dall'originaria funzione liturgica.

 

         Segue il contributo di Meghan Callahan (Syracuse University – London) (pp.203-216) che in continuità con il precedente espone gli stessi “contenuti” ma concentrandosi maggiormente all’ambito femminile, in particolare al Convento della Crocetta a Firenze e alla figura emblematica di Suor Domenica da Paradiso, laddove l’uso degli ex-voto e delle immagini dipinte sono diventati, di fatto, documenti parlanti. Qui, infatti, il culto dei Santi, che si diversifica sia come modello di sacralità sia come più semplice ex-voto, riporta,  in queste pagine seppur declinandolo in specifici argomenti selezionati, approfondisce quello che per molto tempo è divenuto argomento cardine della medievistica, dell’età moderna e persino della storia contemporanea, ovvero il dibattito intorno al concetto di “popolare”. L’autrice sviluppa in maniera esaustiva una analisi sia sulla figura della Santa sia sulla funzione salvifica del luogo che ella seppe costruire in senso letterale e spirituale.

 

         In stretta connessione l’undicesimo saggio, a nome di Alessia Lirosi (Università La Sapienza – Roma) (pp.217-228), che sposta (o meglio riporta) l’attenzione sull’ambiente romano della Controriforma, con una meticolosa analisi archivistica e documentale sull’uso delle immagini e delle icone in ambito monastico femminile, luogo dove le consorelle preservavano, documentavano e scrivevano di vari miracoli. La ricerca si spinge poi verso il territorio napoletano con  l’articolo di Stefano D’Ovidio (Università di Napoli Federico II) (pp.229-250) che fornisce una esauriente analisi sulla figura e conseguente venerazione della nota icona della Madonna Bruna del Carmine di Napoli, proponendo una meticolosa analisi storica, culturale e storico artistica.

 

         In parole più semplici, il miracolo appare, nello scorrere dei saggi, filo conduttore sempre più cruciale alla comprensione storica medievale e successiva laddove diventa luogo o mezzo di scontro o di unione fra teologia, magia, affermazione politica e religiosa ma anche necessità per le  classi più povere che trovano le loro radici persino nei culti pagani.

 

         Il volume, si conclude, poi, con il saggio della seconda curatrice: Laura Fenelli (Adjunct Professor Kent State University e Richmond College) (pp. 251-264). La studiosa, proseguendo idealmente le tematiche precedenti, puntualizza sulla figura miracolosa di San Domenico di Soriano (Calabria) sviluppandone una analisi agiografica e critica che abbraccia non solo i confini italiani ma si sviluppa anche in ambito europeo. Un suggestivo saggio conclusivo che chiude in maniera circolare la serie di contributi.

 

         Le immagini miracolose e l'immagine di santi guaritori si mostrano, dunque,  cruciali per la creazione di identità individuali, politiche, collettive ecc.  a Firenze, Siena, Roma, Napoli e anche in altri centri italiani e europei meno ricercati mostrandoci non esclusivamente gli aspetti più noti sull’argomento ma soprattutto le sfumature e le connessioni che possono scaturirne. La cultura religiosa nella sua rappresentazione visiva diventa emblematica di una stretta connessione con il territorio e le sue genti varcando confini sia logistici che temporali.

 

         In sintesi, la completezza di argomenti e la ricchezza di immagini, la cura e l’attenzione rivolta ad ogni particolare (impaginazione, indici dei luoghi e nomi, schemi, ecc.) rendono il volume un vero e proprio gioiello.

 

         L’ausilio, poi, di una griglia riassuntiva, a conclusione dell’introduzione, rappresentante i fatti storici, le date, la tipologia di devozione e le fonti visive, può considerarsi un mezzo sicuro per lo studioso interessato per approfondire agilmente l’analisi storica che più lo interessa. Di notevole valore la bibliografia che riporta con accuratezza le fonti a stampa (recentissime) e manoscritte consultate. Come ulteriore ausilio ai lettori e agli studiosi forse un breve abstract dei contenuti disponibile  in altre lingue sarebbe potuto essere ancora più funzionale.

 

         Ad ogni modo, si tratta di un complesso primo e, si auspica, non ultimo, contributo alla ricerca interdisciplinare su questo argomento, un libro che può  ispirare per valutare, intraprendere o sviluppare altri, stimolanti  e  nuovi spunti di indagine. Costituirà d’ora in poi un sicuro punto storiografico.

 

 

 

INDICE

 

Acknowledgments, p. 3

Contributor Biographies, p. 5

List of Illustrations, p. 7

 

Introduction, p. 15

Sandra Cardarelli and Laura Fenelli

 

Miraculous Images and the Plagues of Italy, c. 590–1656, p. 29

Sheila Barker

 

Icona Immaginis ... cum Variis Miraculis: Preserving the Memory of the Blessed

Andrea Gallerani in Siena, p. 53

Diana Norman

 

Miraculous Images and Trecento Authorship: Lippo di Dalmasio and the Portal of San Procolo, Bologna, p. 75

Jessica N. Richardson

 

Save the Government, Save the City: Saint Peter of Alexandria and the Development of a Civic Cult in Siena, p.95

Gabriele Fattorini

 

In the Hands of God: City-Model Offerings in Renaissance Italy, p.  115

Vittoria Camelliti

 

The Healing Power of Images and Words: Venetian Influence on the Veneration of Saints in Fifteenth-Century Kotor, p.  131

Valentina Živković

 

Saints Cosmas and Damian at Gavorrano: Florentine Influence and a Proposal for the Provenance of Panel 432 in the Pinacoteca of Siena , p. 147

Sandra Cardarelli

 

Everyday Miracles and Supernatural Agency in Sixteenth-Century Italy.         The Case of the Marche. p. 169

Marco Faini

 

The Miracles of the Madonna del Soccorso of Rovigo: Popular Piety, Natural Disasters and the Environment of Polesine in the Sixteenth Century, p.189

Alessia Meneghin

 

Miraculous Images at the Convent of La Crocetta in Renaissance Florence, p. 203

Meghan Callahan

 

Miraculous Images in Roman Nunneries in the Age of Counter-Reformation. p. 217

Alessia Lirosi

 

The Making of an Icon: The Madonna Bruna del Carmine in Naples  (13th–17th Centuries), p. 229

Stefano D’Ovidio

 

Creating and Coping a Miraculous Image: The Case of St Dominic of Soriano, p. 251

Laura Fenelli

 

 

Bibliography, p. 265

Index of Names and Places, p.  299

Index of Themes and Topics, p. 311