Pierobon Benoit, R. (dir.): Avventure della scrittura, (Cahier du Centre Jean Bérard, 24), 242 p., ISBN : 978-2-918887-73-7, 31 €
(Centre Jean Bérard, Napoli 2018)
 
Rezension von Federica Cordano, Università degli Studi di Milano
 
Anzahl Wörter : 916 Wörter
Online publiziert am 2019-11-29
Zitat: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
Link: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=3603
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          L’ampia introduzione della curatrice del volume fa il punto sulla ricerca nel vasto campo indicato dal titolo, con gli opportuni riferimenti ai convegni recenti e alla varietà dei temi coinvolti. La parola Avventure del titolo è il leitmotiv del libro, che raccoglie i contributi dei massimi protagonisti dello studio delle scritture nell’area vicino-orientale, riferiti a diverse epoche, lungo un arco di tempo che va dal minoico al subarabico.

 

         Luc Bachelot porta subito il lettore al centro della questione, con la storia delle definizioni della scrittura e delle sue molteplici decifrazioni, iniziate nel XIX secolo con lo sviluppo della ricerca archeologica nel Vicino Oriente; la bibliografia di riferimento non è solo quella della ricerca sul campo, ma soprattutto quella moderna della riflessione sul sistema scrittura ed il suo rapporto con la lingua.

 

         Matilde Civitillo esamina i sigilli minoici di composizione mista, in particolare quelli con “cat-mask” e quelli con felino a corpo intero; non volendo distinguere i segni decorativi da quelli di scrittura, conclude che l’iscrizione su sigillo dev’essere interpretata “comme un produit communicatif unique”.

 

         Simonetta Graziani va nella stessa direzione, interpretando i testi su alcuni sigilli della Mesopotamia antica come importante documentazione per contesti giuridici e burocratico-amministrativi; mostrando come le impronte suppliscano a informazioni mancanti nel testo.

 

         Raffaella Pierobon Benoit esamina le lettere iscritte su lucerne, in greco e in arabo, nella comunità di Gerasa, di grande interesse per la convivenza fra religioni ed etnie diverse, tra il VI e l’VIII secolo d. C. Nel caso specifico, l’uso del greco poteva accontentare clienti di diversa cultura, mentre la scrittura araba era comunque ben leggibile.

 

         Maria Giulia Amadasi Guzzo riporta la nostra attenzione, nella chiave di questo volume, su testi da lei ampiamente studiati per rilevare l’adozione da parte degli Aramei dell’alfabeto cosiddetto consonantico, a partire dal 1000 a.C. Distingue però una scrittura più antica, attestata nel Nord-Est e abbandonata verso la fine del IX secolo, da quella di tradizione di Tiro, che è usata nel secolo VIII a.C. sia per l’aramaico che per il fenicio.

 

         Giancarlo Lacerenza esamina, sempre secondo l’impostazione del volume, il passaggio, benché non totale, dalla scrittura nazionale e cananea a quella quadrata e aramaica, avvenuta nell’antico Israele all’indomani della ricostruzione del Tempio, con profonde considerazioni e interessanti confronti, anche recenti, sul cambio di scrittura. 

 

         Adele Franceschetti ripercorre la storia delle prime cretulae figurative e dei sigilli con segni scrittori, in particolare di Arkhanes e Festòs, per focalizzare alcune iscrizioni ritrovate in aree extra-egee, per esempio a Mileto e in altre località dell’Asia Minore, tutte con problema di datazione e di assegnazione alla scrittura minoica o a quella micenea.

 

         Mirjo Salvini ripercorre, con l’elegante arguzia che gli è propria, tre delle sue “avventure” vicino-orientali, ad iniziare dalla lettera di Hattusili I (XVII sec. a.C.), documento discusso in un’ampia bibliografia per gli aspetti paleografici, ma importante perché l’unico risalente all’epoca del fondatore dell’impero ittita, mentre le più antiche attestazioni dell’ittito appartengono ai secoli XIV e XIII a. C.; per passare alla spada egeo-anatolica rinvenuta negli scavi di Bogazkoy, studiata insieme a Lucia Vagnetti, e infine ad alcuni testi del regno di Urartu (IX-VII sec. a.C.), fra i quali è particolarmente interessante l’epigrafe di fondazione di un tempio-torre in onore del dio Haldi, scritta in due lingue, assira e urartea, senza essere una bilingue.

 

         Rocco Palermo traccia una mappa del controllo militare romano della Mesopotamia del nord, attraverso alcune iscrizioni di età severiana: la Mesopotamia diventa Provincia con Settimio Severo, alla fine del II sec. d.C. e viene ceduta ai Sassanidi nel 363. Il primo approccio con quella regione è però dell’epoca di Traiano, di cui si fornisce in Appendice anticipazione di un’iscrizione traianea inedita su cippo cilindrico conservato al Museo di Erbil.

 

         Elena Miranda De Martino riprende quattro documenti, rinvenuti a Hierapolis, Laodicea e nell’attuale distretto di Denizli, da lei editi, che sono ottimi esempi dell’evergesia in età tardo-ellenistica e imperiale e anche dell’uso propagandistico della scrittura e della cura della scrittura medesima.

 

         Romolo Loreto offre al lettore un importante d’insieme delle iscrizioni subarabiche e del loro rapporto con le costruzioni su cui erano poste, opere idrauliche, opere pubbliche, palazzi reali, edifici di culto, edifici privati, fortezze; da questi testi escono la celebrazione del costruttore e dell’edificio. Il contributo è completato dal quadro archeologico e da un importante lessico degli elementi architettonici.

 

         Tutti i contributi sono corredati da una ampia bibliografia e da un’ottima documentazione grafica e fotografica. Il volume si chiude con i riassunti bilingue, francese e inglese, di tutti i contributi.

 

 

INDICE

 

 

Introduzione: le ‘avventure della scrittura’    7

Raffaella Pierobon Benoit

 

I SEGNI TRA LINGUA E IMMAGINE

 

Aventure et mésaventure de l’écriture   15

Luc Bachelot                          

 

Entre écriture et iconographie. Le cas de l’Hiérogliphique minoen  39

Matilde Civitillo

 

Scrittura di segni, scrittura di immagini nella Mesopotamia antica:

leggere i sigilli come    61

Simonetta Graziani

 

Lettere come immagini. Le lucerne di Gerasa/Jerash   77

Raffaella Pierobon Benoit

 

SCRITTURA, LINGUA E IDENTITA’

 

Gli Aramei e l’alfabeto  121

Maria Giulia Amadasi Guzzo

 

Osservazioni sul cambio di scrittura nell’Israele antico  141

Giancarlo Lacerenza

 

SCRITTURA, LINGUA E CONTROLLO POLITICO

 

Le scritture egee come strumento della burocrazia palaziale  157

Adele Franceschetti

 

Avventure cuneiformi   169

Mirjo Salvini

 

Words of power. Latin inscriptions and the Roman borderland

in Mesopotamia (2°-3° c. CE)   185

Rocco Palermo

 

SCRITTURA, LINGUA E EVERGESIA

 

Scrittura e classi dirigenti. Alcuni esempi dall’Oriente greco   207

Elena Miranda De Martino

 

Cerimonialità e architettura nelle iscrizioni di costruzioni sudarabiche

nello Yemen preislamico. Dati epigrafici ed evidenza archeologica   217

Romolo Loreto

 

Résumés- Abstracts   237