AA.VV.: La Vita e il mondo di Leon Battista Alberti, Atti del convegno internazionale (Genova, 19-21 febbraio 2004) (Ingenium, vol. 11), cm 17 x 24, 2 tomi di xviii-674 pp. con 40 tavv. f.t. di cui 2 a colori. ISBN 978 88 222 5706 2, € 68,00
(Leo S. Olschki Editore, Firenze 2008)
 
Compte rendu par Arata Piera, Accademia di Belle Arti di Cuneo
 
Nombre de mots : 2132 mots
Publié en ligne le 2015-11-24
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          Nel 2004, anno del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, e proprio nel luogo e nel giorno di nascita (Genova, 18 febbraio 1404) il Comitato Nazionale ha dedicato un convegno internazionale alla vita e al mondo del grande architetto ed umanista, in collaborazione con il Ministero per i Beni e le attività Culturali, la Direzione Generale per i Beni librari e gli Istituti Culturali, la Direzione regionali per i beni culturali e paesaggistici della Liguria ed il Centro studi Leon Battista Alberti di Mantova.

 

         Diviso in cinque sezioni, Introduzioni, Biografia ed autobiografia, Alberti e Genova, I luoghi della vita, Catalogo dell’esposizione collaterale, il convegno viene pubblicato in due tomi, curati da Milena Aguzzoli, Elena Calandra, Federica Cerchiari e Veronica Ghizzi.

 

         La figura di Leon Battista Alberti, “uomo universale del Rinascimento” secondo la felice denominazione di Burckhardt (La civiltà del Rinascimento, 1860) negli ultimi cinquant’anni è stata sottoposta ad una approfondita rilettura critica, da Eugenio Garin negli anni Sessanta fino alla biografia di Anthony Grafton del 2000 (traduzione italiana 2003); nella presentazione degli Atti , Giovanna Petti Balbi, Ricordo di Giovanni Ponte, pp. XVII-XVIII,  viene ricordata la figura del docente e ricercatore genovese, anima e promotore del Comitato scientifico a cui si deve il Convegno internazionale.

 

         Le introduzioni  hanno lo scopo di delineare complessivamente il ritratto di Leon Battista Alberti. Anthony Grafton, Un passe-partout ai segreti di una vita: Alberti e la scrittura cifrata, pp. 3-21, analizza una delle ultime opere di Leon Battista, De cifra (Dello scrivere in cifra, Torino 1994), dove l’autore affronta il tema della crittografia e propone un metodo sicuro di scrittura cifrata basato sull’uso di una macchina, da lui stesso inventata, composta da due ruote di diversa grandezza in bronzo. L’opera, sintomatica della visione intellettuale dell’Alberti, permette a Grafton di considerare i principali temi affrontati nella sua feconda attività di scrittore: la necessità di una collaborazione costante tra intellettuali e artigiani, con un  continuo confronto critico che permetta di correggere e di migliorare le proprie opere, nell’ambito della tradizione fiorentina della “emendazione”.

 

         Roberto Cardini, Alberti scrittore e umanista, pp. 23-40, in apertura del convegno, presenta un bilancio per sommi capi degli studi su Alberti, dal cinquecentenario della morte del 1972 fino ad oggi. Dal punto di vista letterario, Leon Battista è da considerarsi uno dei maggiori prosatori in volgare ed in latino del Quattrocento italiano ed europeo, nonostante venga considerato ingiustamente un “minore”; in particolare Cardini riflette sulla produzione comica dell’Alberti, da cui emerge una acuta percezione delle ambiguità e delle contraddizioni della vita e dell’uomo.

 

         Francesco Paolo Fiore, Leon Battista Alberti architetto, pp. 41-62, discute la diffusa considerazione di un approccio più teorico, da umanista, che pratico, dell’Alberti all’architettura; in realtà la profonda cultura, la conoscenza capillare delle forme e delle tecniche dell’architettura antica, unita all’alto status sociale della famiglia, permettono a Leon Battista di incarnare un’inedita figura di architetto, in grado di dialogare quasi alla pari con i nobili committenti. Inoltre, attraverso l’analisi degli edifici progettati, Fiore mette in luce la molteplicità delle fonti utilizzate da Alberti, contraddicendo una supposta purezza classicista.

 

         Le altre tre sezioni documentano l’aspetto biografico, il contesto sociale e familiare, nel tentativo di ricostruire il mondo in cui egli si è formato ed ha operato, tra  Genova, Padova, Bologna, Firenze e Roma.

 

BIOGRAFIA E AUTOBIOGRAFIA

 

         John Woodhouse, La vita di Leon Battista Alberti: interpretazioni inglesi, pp. 65-79, esamina in particolare l’opera di due influenti studiosi: John Addington Symonds e Humphrey Whitfield, da cui emerge il lato scettico e pragmatico del pensiero dell’Alberti e la sua figura di libero pensatore. Anche Cecil Grayson condivide, rilevando l’umanità dello scrittore, come emerge dalle sue opere, sottolineandone la sostanziale laicità e l’altruismo. Il contributo presenta due appendici, Della recente critica americana, pp. 80-82 e Un giudizio critico tipico di J. A. Symonds, pp. 82-83

 

         Luca Boschetto, Tra biografia e autobiografia. Le prospettive e i problemi della ricerca intorno alla vita di L.B. Alberti, pp. 85-116, analizza come l’autobiografia ed i particolari autobiografici nelle opere di Leon Battista Alberti – specialmente di quelle tra la seconda metà degli anni Trenta e l’inizio degli anni Quaranta, tra Roma e Firenze - abbiano influenzato la visione moderna della sua figura. In appendice viene presentato un documento di carattere biografico, che chiarisce meglio i movimenti e le frequentazioni a Firenze.

 

         Michel Paoli, L'influenza delle due Vite albertiane di Vasari (secoli XVI-XVIII), pp. 117-145, studia come le Vite (1550, 1568) del Vasari abbiano segnato le biografie ulteriori dedicate ad Alberti, fino al termine del Settecento, con la pubblicazione della documentazione raccolta da Lorenzo Mehus da parte del Pozzetti. Il contributo prende in esame alcuni  aspetti: i rapporti lettere/artisti, gli scritti, l’architettura, la figura di Fancelli, le pitture, il ritratto morale. Interessante la collazione delle citazioni e l’appendice documentaria.

 

         Thomas Kuehn, Leon Battista Alberti come illegittimo fiorentino, pp. 147- 171. La nascita illegittima (da un padre fiorentino in esilio e da una nobile vedova genovese) orienta Leon Battista verso i due temi della famiglia (Famiglia) e della legge (De jure). La Famiglia, un dialogo umanistico di argomento morale, influenzato dai modelli ciceroniani, discute Il declino e la fragilità delle grandi famiglie, il significato della parentela. I doveri paterni, l’obbedienza dei figli, il matrimonio, l’adozione, la legittimazione. De jure, un breve trattato in latino poco conosciuto, contro i giuristi del suo tempo, spesso venali,  e il loro modo di studiare, insegnare ed utilizzare i testi giuridici, in nome di un senso del diritto fondato su un ordine naturale da cui scaturiscano regole razionali.

 

         Paola Benigni, Tra due testamenti: riflessioni su alcuni aspetti problematici della biografia albertiana, pp. 173-190, si basa sul confronto tra il testamento del padre, Lorenzo di  Benedetto Alberti, morto a Padova nel 1421, che assegna un lascito di 4000 fiorini a Leon Battista, pur escludendolo dall’asse ereditario, e quello dell’artista; l’esecuzione testamentaria paterna verrà complicata dal tracollo finanziario della famiglia negli anni 1436-39, ma Alberti risulterà al termine della sua vita possessore di metà del palazzo di famiglia e disporrà nel suo testamento che i suoi beni rimangano all’interno della famiglia.

 

ALBERTI E GENOVA

 

         Giovanna Petti Balbi, Famiglie e potere; gli Alberti a Genova tra XIV e XV secolo, pp. 193-214. Leon Battista passa a Genova soltanto i primi due anni della sua vita, ma in questo contributo viene analizzata la situazione della città, contrassegnata da una superiorità marittima e finanziaria e da una notevole instabilità politica in cui le grandi famiglie giocano un ruolo considerevole, e dove gli Alberti , titolari di una delle compagnie fiorentine che esercitano cambio e mercatura, si stabiliscono.

 

         Giuseppe Felloni, Nicolò Lomellini: un banchiere genovese degli Alberti, pp. 215-231 analizza l’attività del Banco Lomellini tra la fine del Trecento e l’inizio del Quattrocento, la struttura e l a gestione dell’azienda, il volume delle operazioni, la clientela ed i rapporti con gli Alberti e con il banco pubblico.

 

         Paola Massalin, Dagli archivi privati Alberti Gaslini e Alberti La Marmora agli archivi pubblici: percorsi per una ricerca su Leon Battista e la sua famiglia, pp. 233-277: la dispersione della famiglia Alberti in varie città italiane ed estere è riflessa dagli archivi, di cui ne sono stati recuperati  cinque privati, appartenenti  ai rami diversi. Tra la documentazione già studiata (Venezia, Biella, Genova) emergono notizie sulla vita di Leon Battista, che aprono nuove prospettive di ricerca sui rapporti con la sua famiglia.

 

         Susannah F. Baxendale, Aspetti delle società e delle compagnie della famiglia Alberti tra tardo Trecento e primo Quattrocento, pp. 279-311, analizza una parte delle attività imprenditoriali della famiglia , in particolare sui soci titolari delle compagnie e sui diversi nuclei fiscali.

 

I LUOGHI DELLA VITA

 

         Silvana Collodo, L'esperienza e l'opera di Leon Battista Alberti alla luce dei suoi rapporti con la città di Padova, pp. 315-343. Del suo soggiorno padovano dal 1416 al 1421, pochi sono i dati conosciuti sugli studi e sugli incontri, circostanza dovuta sia alle lacune documentarie, sia al riserbo di Leon Battista su quegli anni. In questo studio l’autore cerca di rintracciare gli elementi culturali padovani nella successiva produzione dell’Alberti: il culto di Cicerone e Quintiliano, il disdegno per la vanagloria e l’ipocrisia, nonché la conoscenza precoce del De Architectura di Vitruvio, circolante a Padova ben prima della riscoperta di Poggio Bracciolini del 1416.

 

         Roberto Norbedo, Considerazioni intorno a Battista Alberti e Gasparino Barzizza a Padova (con un documento su Leonardo Salutati), pp. 345-376, prende in esame il ruolo dell’umanista Gasparino Barzizza, “vero apostolo del ciceronianesimo”, nella formazione di Leon Battista tra il 1415 e il 1421, non disgiunto dall’ambiente culturale padovano.

 

         David A. Lines, Leon Battista Alberti e lo Studio di Bologna negli anni Venti, pp. 377-395, cerca di ricostruire  il primo soggiorno bolognese (il secondo è nel 1436-37), su cui permangono scarse notizie e nessuna documentazione amministrativa,  durante il quale Leon Battista si dedica principalmente agli studi di diritto canonico, ma anche civile; in particolare viene ricostruito il curriculum di studi degli universitari bolognesi, piuttosto vario.

 

         Lorenz Böninger, Da 'commentatore' ad arbitro della sua famiglia: nuovi episodi albertiani, pp. 397-423. L’analisi dell’archivio notarile antecosimiano, un fondo archivistico fiorentino,  permette di ricostruire alcune vicende personali dell’Alberti dal 1431 al 1471 in merito alle relazioni con la sua famiglia ed alla rete delle frequentazioni cittadine. Nell’appendice vengono riportati tutti i testi utilizzati.

 

         Marta Pavón Ramírez, L.B. Alberti, oficial de la cancillería pontificia: nuevos documentos del Archivo Secreto Vaticano, pp. 425-440 esamina uno degli aspetti meno studiati della biografia albertiana, cioè il rapporto con la curia pontificia, a partire dal 1430, sulla base della documentazione dei fondi dell’Archivio Segreto Vaticano: anche se molti particolari restano ancora da chiarire, emergono  l’attività di abbreviatore apostolico, di scrittore e viene identificata la sua firma. I documenti vengono allegati.

 

         Riccardo Fubini, Leon Battista Alberti, Niccolò V e il tema della 'infelicità del principe', pp. 441-469, tema derivato dall’omonima opera di Poggio Bracciolini del 1439, collegato al concetto della fortuna, ma ancor di più all’alternativa tra il peso del potere e la libertà privata dell’individuo ed espresso in termini di solitudine e di ripiegamento su se stessi nel Momus.

 

         Arturo Calzona, Leon Battista Alberti e l'architettura: un rapporto complesso, pp. 471-515, studia la situazione documentaria e letteraria sulla produzione architettonica albertiana, spostando in avanti la cronologia di alcune opere e analizzando le opere attribuite o sicure di Ferrara, Firenze, Roma, Mantova, Urbino.

 

         CATALOGO DELL'ESPOSIZIONE COLLATERALE:  Gli Alberti da Firenze a Genova. Banchieri e mercanti fiorentini in una capitale del commercio europeo

 

         Nonostante i rapporti di Leon Battista Alberti con la città in cui nacque il 18 febbraio 1404 furono pressoché nulli, in occasione del convegno è stata allestita a Genova una mostra documentaria di carattere archivistico, privilegiando la presentazione e la trascrizione integrale di documenti inediti. 

 

         Alfonso Assini, Introduzione, pp. 519-529, sottolinea l’importanza dell’approfondita ricerca svolta sui fondi dell’Archivio di Stato di Genova in relazione alle attività commerciale del padre di Leon Battista, Lorenzo Alberti, sul quale si può ora disporre di un corposo dossier in grado di chiarire il sistema di aziende collegate alle transazioni finanziarie e di merci gestite.

 

         Enrico Basso, I documenti dell'archivio Alberti Gaslini, pp. 531-539: uno dei più importanti archivi privati della Liguria, diviso tra Genova e il Piemonte, sottolinea l’ascesa degli Alberti, dopo il crollo dei banchi Bardi e Peruzzi, testimoniata da due registri intorno alla metà del Trecento. L’unico documento riferibile direttamente a Leon Battista, la relazione di Giovan Battista Salvago del 1547, che conferma il 1404 come anno di nascita dell’artista e indica il nome della madre, Bianca di Carlo Fieschi, ha suscitato dubbi e perplessità,  dal punto di vista paleografico, stilistico e contenutistico, tanto da farlo ritenere interpolato o addirittura falso.

 

         Valentina Ruzzin, Gli Alberti di Firenze nella documentazione dell'Archivio di Stato di Genova, pp. 541-566, principalmente il fondo Notai Antichi, purtroppo lacunoso nella produzione quattrocentesca, individua diciassette  documenti relativi alla presenza di Lorenzo a Genova tra il 1405 e il 1409 ed il testamento di una donna Iacobina che si definisce ancora nel 1433 “olim serva Laurentii de Albertis, civis Florentie” nonostante fosse ormai libera e di discreta condizione economica, forse da ipotizzare come la vera madre di Leon Battista, al posto della nobile Bianca Fieschi, indicata  della relazione di Giovanni Battista Salvago:  l’attenta analisi condotta dall’autrice la ritiene “non genuina e non attendibile”  in particolare per quanto riguarda l’identità della madre.

 

         Il Catalogo della mostra , pp. 569-632– diviso in due sezioni, Gli Alberti a Firenze e Gli Alberti a Genova – presenta trentanove documenti, alcuni dei quali inediti, trascritti e corredati da fotografie. L’Indice dei nomi, delle opere e dei luoghi conclude i due ponderosi volumi.

 

         In conclusione, gli Atti di studio, dedicati alla celebrazione del sesto centenario della nascita di Leon Battista Alberti, sono una miniera di informazioni, di pertinenti riflessioni e di analisi puntuali sulla figura dello studioso rinascimentale, ponendosi come una pietra miliare per i futuri studi sull'argomento.  Leon Battista Alberti emerge  quindi a tutto tondo nella sua personalità artistica, letteraria e scientifica, dalla profonda cultura e dai variegati interessi, meglio conosciuta ora dai dati documentari e critici, aggiornati messi a disposizione.