Garcin, Milan (dir.): Ulysse, voyage dans une Méditerranée de légendes, catalogue d’exposition Draguignan, Hôtel départemental des expositions du Var, 23 avril-22 août 2021. 144 p., 150 fig. ; 20 x 28,3 x 1,3 cm, ISBN : 978-2-7118-7528-3, 25 €
(Éditions Rmn-Grand Palais, Paris 2021)
 
Compte rendu par Linda Papi
 
Nombre de mots : 1598 mots
Publié en ligne le 2022-01-27
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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          La mostra « Ulysse. Voyage dans une Méditerranée de légendes » nasce come esposizione inaugurale del nuovo polo culturale a Draguignan, l’Hôtel départemental des Expositions du Var (HDE Var), il cui obiettivo è di riunire un pubblico sia locale che nazionale proponendo tematiche storiche e riflessioni sulla civiltà umana. La figura di Ulisse in quanto eroe mitico per eccellenza si ripropone al visitatore mediante reperti archeologici, quadri, sculture, opere contemporanee ed interattive. Attraverso le avventure dell’Odissea, Ulisse incarna le riflessioni sul mondo e sulla natura umana che accomunano tutti gli uomini.

 

          Il catalogo si presenta articolato in due parti: un’introduzione sulla figura di Ulisse e un viaggio attraverso gli episodi salienti dell’Odissea. Le prime trenta pagine introduttive sono incentrate sulla percezione dell’eroe attraverso secoli e culture diverse. Gli intrecci e le creature fantastiche che animano il poema omerico appaiono di continuo nelle produzioni cinematografiche contemporanee. Non mancano opere artistiche di tutte le epoche che ne selezionano le vicende secondo le esigenze del periodo storico in corso. Il tema del « ritorno » chiama in causa diversi fattori intangibili quali l’intervento divino, il destino e la magia. La rappresentazione di tali aspetti – intangibili e dunque invisibili – è un compito complesso per gli artisti, che scelgono di isolarne gli effetti che ne conseguono.

 

          Il cuore del volume si articola intorno ad una selezione di nove personaggi ed avvenimenti tratti dal poema omerico, di cui sono presentate diverse fonti iconografiche. Dopo una breve introduzione di ciascun episodio e la sua evoluzione iconografica, compaiono numerose tavole a colori raffiguranti le opere esposte. Alcune sezioni presentano inoltre opere di artisti contemporanei, alle quali è dedicato un commento approfondito.

 

          I. Le Cyclope. L’incontro tra Ulisse e Polifemo è decisivo: permette all’eroe di personificare l’uomo greco civilizzato in antitesi ai Ciclopi, rappresentati da Polifemo. La figura di Polifemo evolve nel corso dei secoli, ma la sua violenza emerge essenzialmente nell’iconografia dell’Antichità. Le opere esposte rappresentano Polifemo, il suo accecamento e la fuga dei compagni di Ulisse dalla sua caverna. I supporti sono svariati: ceramica attica a figure nere, statuette, lucerne, sarcofagi scolpiti, tele e disegni.

 

          II. Circé. Nell’isola dei Lestrigoni, la flotta che accompagna Ulisse è decimata. Come è noto, i superstiti approdano sull’isola di Eea e subiscono la trasformazione in maiali da parte della maga Circe. Essa è spesso additata come simbolo dell’amore passionale e dei pericoli che ne conseguono, essendo rappresentata in atto di stregare gli uomini. Il suo ruolo primario è descritto diversamente nel poema omerico, che la identifica come simbolo di conoscenza del mondo terreno e dell’aldilà. Tuttavia, l’iconografia della femme fatale prende rapidamente il sopravvento sul ruolo di Circe come saggia. Nella mostra, le opere selezionate sono sedici e si estendono su un arco cronologico dal 490-480 a. C. al 2013.

 

          III. Tirésias et le voyage chez les morts. Dopo aver appreso la pratica della νέκυια, Ulisse si reca alla confluenza dei quattro fiumi infernali, dove offre sacrifici per richiamare le anime dei defunti e chiede a Tiresia di predirgli l’avvenire. Durante la cerimonia, Ulisse prende coscienza della sua individualità e degli eventi in corso ad Itaca. Questo viaggio introspettivo è rappresentato da quattro opere essenzialmente moderne e contemporanee. Un’attenzione particolare è rivolta a un insieme di nove pannelli realizzati dall’artista D. MacDonald (2020), dove un vortice – le cui onde sono composte da corpi danzanti – riproduce la νέκυια di Ulisse come ingresso nella sfera del sacro.

 

          IV. Les Sirènes. Diretti verso Itaca, Ulisse ed i suoi compagni sfiorano l’isola delle Sirene.  Creature marine mostruose, esse offrono anche una visione metaforica del pericolo che le donne rappresentano per gli uomini. Nel XIX secolo il tema della Sirena evolve e diviene metafora della melanconia che caratterizza gli amante ed i poeti, perduti come un marinaio stregato dal suo canto. Se il poema omerico dedica pochi versi alla loro descrizione, il repertorio figurativo disponibile è estremamente ricco, dall’epoca tardo-arcaica (si veda la ceramica corinzia presente) al XXI secolo.

 

          V. Charybde et Scylla. Proseguendo il viaggio, Ulisse e i suoi compagni navigano attraverso lo Stretto di Messina dove devono fronteggiare due mostri marini, Cariddi e Scilla. Troviamo poche rappresentazioni per la prima creatura ed innumerevoli per la seconda, dall’Antichità all’epoca moderna ed in particolare durante il Romanticismo. La varietà della loro lettura simbolica, che sia geografica od apotropaica, testimonia l’importanza nell’immaginario collettivo e marittimo, personificando le insidie della navigazione nel Mediterraneo. La mostra espone una selezione di dieci opere quali statuette, urne, mosaici e dipinti.

 

          VI. Calypso, Pénélope. Dopo un naufragio nell’isola del Sole, solo Ulisse riesce a fuggire e a trovare riparo nell’isola di Calipso. La ninfa si innamora dell’eroe e lo trattiene con lei per diversi anni, offrendogli invano l’immortalità e l’eterna giovinezza. Grazie all’intervento divino di Atena, la richiesta di Ulisse di tornare in patria è accolta. La figura di Calipso si presta a due letture: se, da un lato, esercita il ruolo di salvatrice, dall’altro è anche un difficile ostacolo al ritorno dell’eroe. Nel frattempo, a Itaca, Penelope piange la sua solitudine che dura ormai da vent’anni. Simbolo assoluto di fedeltà, Penelope detiene anche un ruolo politico come sovrana del trono di Ulisse, per il quale rappresenta la speranza di un ritorno alla propria identità. Undici opere raffigurano i due personaggi femminili: ad eccezione di una gemma di età ellenistica e di una lastra in terracotta datata al I secolo, le restanti sono di età moderna e contemporanea.

 

          VII. Nausicaa et les Phéaciens. Approdato nell’isola dei Feaci, Ulisse è accolto dall’ospitalità di Nausicaa e riceve aiuto per tornare in patria. Le opere selezionate sono ventitré: vasi corinzi ed attici, statue, dipinti, disegni e video. La collezione è arricchita da un frammento di papiro proveniente dalla necropoli del Fayoum, recante un passo del canto IX dell’Odissea.

 

          VIII. Les retrouvailles. Ulisse giunge infine a Itaca. L’incontro con il figlio Telemaco è un tema di grande intensità drammatica, rappresentato spesso in pittura. L’episodio del riconoscimento da parte del cane Argo è trattato sporadicamente nell’Antichità, mentre trova la sua massima espressione nell’arte di XIX secolo, spesso di stile antichizzante. Quanto a Penelope, essa accoglie Ulisse secondo le regole dell’ospitalità ma senza riconoscerlo in quanto sposo. Tuttavia l’identità di Ulisse non passa inosservata alla nutrice Euriclea, che nota una cicatrice risalente all’infanzia. Il processo di riconoscimento si sviluppa su diversi livelli – il figlio, il cane e la nutrice – che insieme contribuiscono a rendere progressivamente a Ulisse la propria identità. Le opere esposte sono sette e prevalentemente di età moderna.

 

          IX. Le massacre des prétendants. Il culmine narrativo, l’acmé, è il banchetto in cui Penelope dovrebbe annunciare il nome del futuro re di Itaca, ossia il vincitore della prova del tiro con l’arco. Nessuno dei Proci riesce a tendere il pesante arco di Ulisse eccetto Ulisse stesso, ancora travestito da mendicante. Quando tutti i pretendenti sono infine uccisi, la vittoria di Ulisse si compie. Le scene di simposio sono ricorrenti nell’arte antica, ma il banchetto dei Proci si differenzia per essere irrispettoso e lontano da tutte le leggi morali della società greca. Nonostante l’episodio sia largamente conosciuto nella sfera di diffusione della Grecia, le rappresentazioni nell’Antichità sono poco comuni.

          

          A conclusione del percorso espositivo troviamo due opere contemporanee: Odisseia, di A. et P. Poirier (2019-2020) et L’Odyssée, di C. Grandval (2020).

 

          Ulysse. Voyage dans une Méditerranée de légendes, segue la scia di altre mostre precedenti: ricordiamo Ulisse. L’arte e il mito (Forlì, 2020), Homère (Musée du Louvre-Lens, 2019) ed ancora Homère. Sur les traces d’Ulysse (Bibliothèque nationale de France, 2007), che tuttavia non sono incentrate espressamente sulle avventure di Ulisse ma inseriscono temi più ampi, quali la figura omerica o gli episodi della guerra di Troia. Grazie ad una preparazione di due anni ed alla collaborazione con i maggiori musei francesi ed europei, quest’esposizione ha il merito di riunire oltre 150 opere di tutte le epoche: buona parte di esse è esposta in Francia per la prima volta. Un altro carattere di novità é quello di presentare opere contemporanee concepite espressamente per l’occasione, realizzate dagli artisti A. e P. Poirier, D. MacDonald e C. Grandval. Il catalogo si caratterizza per la buona qualità delle immagini, tutte a colori. Contrariamente a quanto ci si potrebbe attendere, il testo è volutamente sintetico ma ciò non impedisce la comprensione del filo conduttore della mostra. Si tratta di una scelta precisa da parte di M. Garcin, giustificata dalla volontà di privilegiare i quattro saggi introduttivi e dedicare i commenti esclusivamente alle opere contemporanee. Sono infine apprezzabili i brevi riassunti che permettono di collocare ogni singolo episodio nel contesto più ampio del poema omerico, permettendo anche ad un pubblico non specializzato di reperire immediatamente il tema trattato.

 

 

Sommaire

 

Avant-propos (M. Garcin), p. 11

 

Ulysse est partout (M. Garcin), p. 12

 

Ulysse ou l’impossible retour (P. Pelletier-Hornby), p. 18

 

Habiller Ulysse (A. Thomime-Berrada), p. 24

 

Ulysse, lumière indirecte (A. Vasiliu), p. 30

 

Épisodes de l’Odyssée : Le Cyclope (M. Garcin), p. 36

 

Circé (M. Garcin), p. 52

 

Tirésias et le voyage chez les morts (M. Garcin), p. 66

 

Damien MacDonald, Nekyia, 2020 (Y. Haenel), p. 70

 

Les Sirènes (M. Garcin), p. 74

 

Charybde et Scylla (M. Garcin), p. 90

 

Calypso, Pénélope (M. Garcin), p. 98

 

Nausicaa et les Phéaciens (M. Garcin), p. 108

 

Les retrouvailles (M. Garcin), p. 122

 

Le massacre des prétendants (M. Garcin), p. 128

 

Anne et Patrick Poirier, Odysseia, 2019-2020 (D. Sausset), p. 136

 

Camille Grandval, L’Odyssée (M. Perennes), 2020, p. 140

 

Bibliographie sélective, p. 142

 

Crédits photographiques, p. 143