Sturm, Saverio (a cura di): Foligno. I palazzi e la città dal Rinascimento al Neoclassico. Bross., cm 28x23,5, pp 369, tavv. e ill. in b/n., ISBN: 9788894971118, 65 €
(Quattroemme, Perugia 2020)
 
Compte rendu par Antonello Alici, Università Politecnica delle Marche
 
Nombre de mots : 1864 mots
Publié en ligne le 2023-02-14
Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700).
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       L’Italia minore, con i suoi paesaggi e le sue città piccole e medie, ha attratto lo sguardo di generazioni di viaggiatori che, attraverso i propri taccuini, hanno contribuito a comporre una narrazione per frammenti degli innumerevoli volti della nostra penisola. Tale patrimonio di memorie ha contribuito in passato al riconoscimento del valore della cultura urbana italiana. Un patrimonio fragile, come dimostra la sua stessa storia, segnata da guerre, terremoti e inondazioni, ma anche da trasformazioni improprie che denunciano una carente educazione alla conservazione e valorizzazione.

 

       Il caso di Foligno, oggetto del volume curato da Saverio Sturm, rivela uno scenario molto diverso, fondato su una inconsueta sensibilità delle autorità e della stessa comunità che hanno saputo reagire ad un evento fortemente traumatico per condurre una magistrale azione di recupero dell’identità a lungo nascosta della città.

 

       Il terremoto che ha colpito l’Umbria e le Marche nel 1997, particolarmente doloroso per Foligno, si è dunque rivelato un’opportunità che ha aggregato l’intera comunità intorno ai propri luoghi simbolici. Una comunità che ha rinsaldato il legame con il proprio passato e ha rivelato un senso di appartenenza non consueto. Il restauro del torrino del Palazzo comunale nella centralissima piazza Repubblica – il cui crollo il 14 ottobre 1997 era stato considerato uno dei simboli del sisma – può essere assunto come vessillo di una ripresa che ha superato le aspettative rivelando, a vent’anni dal trauma, le straordinarie ricchezze della città.

 

       Sugli esiti di questa capacità di resilienza si è fondato il lavoro di ricerca guidato da Saverio Sturm, che ha condotto una pregevole narrazione del volto rinnovato della città, una città di palazzi nella terra di Francesco, storicamente méta del pellegrinaggio religioso.

 

       La struttura del volume suggerisce una solida impostazione metodologica, con i saggi di apertura affidati al curatore, a Irene Giustina e a Mario Bevilacqua, che delineano le relazioni tra l’evoluzione della forma urbis e i linguaggi dell’architettura civile e fanno da cornice alla dettagliata rassegna cronologica degli impianti residenziali, tra Quattrocento e Ottocento. Alla raccolta di piante e vedute storiche nell’appendice curata da Giuliana Mosca che completa la prima parte del volume fa da contrappunto la lettura dell’immagine odierna della città vista ‘dal cielo’ grazie all’ausilio di un drone, che permette di comprendere meglio l’affascinante itinerario nel tessuto urbano proposto dalla ricerca. Mario Bevilacqua passa in rassegna le vedute e la cartografia storica che dimostrano l’interesse dei viaggiatori per il volto della città e consentono di misurare nel tempo le sue trasformazioni attraverso la lente degli osservatori esterni. Molte vedute si devono all’iconografia religiosa, a partire dalla Madonna in trono tra angeli e santi, opera di Pierantonio Mezzastris dipinta nel 1467 nell’abside della chiesa-edicola della Madonna di Fiamenga. Il consolidamento di Foligno nell’assetto dello Stato Pontificio e il suo inserimento nelle reti commerciali e produttive della penisola intorno alla metà del Cinquecento favoriscono l’intensificarsi delle vedute e anche dei rilievi che accompagnano le operazioni di bonifica e controllo delle acque e diventano strumento per la gestione del territorio. Sono di questo periodo le celebri descrizioni in pianta e veduta di Cipriano Piccolpasso, di Ascensidonio Spacca o Ludovico Jacobilli e le successive icnografie di Luca Ugolini e Pietro Ferriero.

 

       Altro contrappunto è assicurato dalla prefazione di Marcello Fagiolo e postfazione di Francesco Cellini. Il primo sottolinea il valore del volume nel dar conto dei restauri esemplari, che rivelano un «grandioso teatro urbano […] corale rappresentazione delle virtù civiche degli abitanti». Egli ne suggerisce i caratteri, «da un lato l’eredità di magisteri artigianali altamente qualificati nella lavorazione della pietra, del mattone, del ferro […] dall’altro, l’influenza di un vocabolario aulico ormai internazionalizzato dalla trattatistica d’architettura specialistica fra tardo Seicento e primo Settecento». Francesco Cellini intreccia la storia della città e dei suoi protagonisti con il ruolo dell’Accademia nazionale di San Luca nel sostenere la formazione di nuove generazioni di artisti e di architetti che hanno contribuito costantemente all’aggiornamento dei linguaggi dell’architettura, soprattutto nelle terre dello Stato Pontificio. Egli sottolinea la posizione strategica della città, «importante crocevia di percorsi commerciali, culturali e artistici», e la «qualità e densità […] del tessuto diffuso, delle infrastrutture e degli impianti produttivi pre- e post-industriali […] delle reti di palazzi residenziali che accompagnano l’evoluzione socio-economica della platea di famiglie nobiliari e mercantili», suggerendo il confronto con centri propulsori come Genova, Bologna, Lucca, o Perugia e Ancona.

 

       L’introduzione di Saverio Sturm ci conduce attraverso le tappe e i nodi dell’evoluzione della città, mettendo in risalto il contributo di ogni stagione alla configurazione dell’assetto odierno: dalla normativa contenuta negli statuti medievali che determina le tipologie residenziali dell’età medievale, al ruolo delle nuove tecnologie, del tessuto produttivo e delle pratiche devozionali nell’età moderna su cui incidono le importazioni dei caratteri dei centri propulsori del Rinascimento, da Firenze a Roma, fino alle modernizzazioni del Seicento e Settecento. Sturm conferma le dinamiche che consentono a Foligno di emergere come centro pulsante – incubatore di lavorazioni e imprese d’eccellenza, dalla canapa alla seta, dai tessuti al ferro battuto – e capace di trarre vantaggio dalla posizione «strategica nel collegamento tra Roma, le Marche, la Romagna e le regioni nord-orientali, un ponte di passaggio irrinunciabile per i flussi di connessione tra il Tirreno e le regioni adriatiche».

 

       La doppia lente di osservazione delle trasformazioni condotta dal nucleo di ricercatori – da un lato la cartografia storica e lo sguardo dei viaggiatori stranieri, dall’altro l’analisi puntuale degli impianti residenziali di un consistente campione di 29 complessi edilizi distribuiti sulle principali direttrici della città – ci guida sapientemente alla comprensione dell’identità di Foligno tra «strutture miste residenziali-mercantili, palazzi di rappresentanza e dimore aristocratiche». Foligno, sede di una delle fiere più importanti dell’Italia centrale, si arricchisce della presenza di famiglie di mercanti e imprenditori, che competono «nella produzione tessile protoindustriale con capitali assolute quali Bologna e Lucca».

 

       Dalla lettura delle due sezioni del volume emergono le dinamiche di crescita della città sulla struttura urbana originaria, che resta a lungo compresa all’interno delle mura tardoduecentesche, «di forma all’incirca ovata», ed è segnata da un asse stradale primario orientato est-ovest (da Porta Santa Maria verso Todi a Porta Badia in direzione di Ancona) su cui si innestano tre assi minori ortogonali. L’organizzazione amministrativa in 17 societas o rioni di istituzione medievale viene plasmata nei secoli successivi da progressivi meccanismi di accorpamento, saturazione, sostituzione fino alla più recente riconfigurazione delle quinte edilizie degli assi principali su cui si attestano in grande parata i palazzi delle famiglie dell’antica aristocrazia e della nobiltà più recente e quelli della borghesia di nuova formazione.

 

       La selezione dei 29 complessi residenziali proposta nella seconda parte del volume consente di seguire gli orientamenti generali delle diverse fasi dell’architettura civile, dalla ricerca quattrocentesca di modernizzazione delle strutture medievali, alla definizione di una precipua tipologia residenziale-mercantile del Rinascimento folignate, al successivo adeguamento alle esigenze di rappresentanza della cultura barocca, fino agli ampliamenti, modernizzazioni e alle intense operazioni di riconfigurazione del Settecento e della cultura neoclassica. Dal quattrocentesco Palazzo Cibo Nocchi che prospetta su via Mazzini al Palazzo Piermarini Valenti, che testimonia la transizione ai linguaggi del Sette-Ottocento sulla trecentesca residenza dei Trinci, il viaggio attraverso la storia urbana di Foligno propone una lunga rassegna di modelli tipologici e un dialogo tra committenti, illustri architetti (Luigi Vanvitelli, Sebastiano Cipriani, Carlo Morena, Andrea Vici, Ireneo Aleandri oltre al folignate Giuseppe Piermarini) e maestri artigiani.

 

       Infatti, la ricerca rivela i meccanismi di regolazione della crescita edilizia attraverso gli strumenti normativi (dagli Statuti comunali del Trecento a quelli mutuati dallo Stato Pontificio alla fine del Cinquecento) e l’apporto della secolare tradizione artigiana su cui si innestano maestranze esterne (soprattutto lombarde e ticinesi), sottolinea il ruolo della sperimentazione che rielabora e semplifica i modelli romani e fiorentini in un dialogo stretto tra impianto tipologico e apparato decorativo.

 

       Una rassegna così dettagliata è stata favorita dalle indagini e dall’eccellente opera di recupero che sono seguite al sisma e dalla qualificata collaborazione dell’ufficio tecnico comunale, e in particolare dell’architetto Luciano Piermarini. Tra le fonti gli autori citano anche gli studi locali dell’ultimo ventennio, molti dei quali pubblicati nel Bollettino storico della città di Foligno, che viene incluso nel ricco apparato bibliografico che completa il volume.

 

       Come già sottolineato, all’indagine diretta del tessuto urbano, in cui si alternano grandi assi e il minuto tessuto medievale, è seguita l’esplorazione dall’alto favorita dalla disponibilità di sistemi di rilevazione digitale avanzati: «un piccolo drone – entrava nel palmo della mano – si è librato in volo, con l’inquietante rumore di una potente cicala, l’obbedienza di un fedele strumento, la sorprendente capacità di scattare fotografie e riprendere filmati ad altissima risoluzione, con viste zenitali o a volo d’uccello, che ci hanno mostrato un volto inedito della città», come scrive Saverio Sturm nell’introdurre gli apparati del volume. L’immagine zenitale, dunque, ha reso ancor più incisivi gli esiti della ricerca, consentendo di ricomporre le relazioni tra emergenze edilizie e tessuto urbano. Essa ci ha rivelato con maggior chiarezza le ragioni della selezione dei palazzi, che si configurano sostanzialmente come aggregati intorno alle tre piazze principali, quella del potere civile (piazza Grande), religioso (piazza della Cattedrale) e mercantile (piazza del Grano), luoghi della città che si confermano fortemente rappresentativi di un’identità ritrovata.  

 

       In conclusione, il volume curato da Saverio Sturm ha molti pregi, a partire dallo straordinario apparato documentale, tra ricerca d’archivio, fonti a stampa e nuove elaborazioni grafiche, che consegna ai futuri potenziali ricercatori. Peraltro, esso pone le basi per un’opera complementare che racconti il patrimonio religioso della città, altrettanto ricco e prestigioso.

 

       Il contributo di questo studio – che porta la città di Foligno a conquistare un ruolo di primo piano negli itinerari culturali e turistici dell’Umbria – assume valore ancor maggiore se consideriamo che essa ha vissuto a lungo all’ombra dei più noti centri della regione, spesso tagliata fuori dai percorsi abituali. Lo conferma, nella narrativa contemporanea, una cronaca puntuale e capillare della rinascita del Paese alla metà degli anni Cinquanta, il noto Viaggio in Italia di Guido Piovene (1957). Nel capitolo sull’Umbria Foligno è totalmente assente, se non per un paio di citazioni frettolose, a fronte delle pagine dedicate a Perugia, Norcia e Spoleto, Gubbio, Terni e Orvieto, Assisi, fra le quali compare anche un paragrafo su Nocera Umbra.

 

       Oggi, Foligno conquista a pieno titolo il posto che merita negli itinerari colti della nostra penisola.  

 

 

Indice

 

I Parte prima: I PALAZZI E LA CITTÀ

 

Lineamenti sull'architettura civile a Foligno

Sturm, Saverio, p. 3-26

           

La lunga sédimentazione della Forma Urbis. Architettura e città tra XVI e primo XIX secolo

Giustina, Irene, p. 27-34

        

Foligno veduta e misurata. L'image de la ville de Reinascimento al Catasto

Bevilacqua, Mario, p. 35-43

 

                       

Regesto delle piante e vedute di Foligno, secoli XV-XIX

Mosca, Giuliana, p. 44-54

 

II Parte seconda: GLI IMPIANTI RESIDENTZIALI

 

Sturm, Saverio • Mosca, Giuliana [éd.], p. 55-355

 

Il Quattrocento - Il rinnovamento della tradizione, p.59

Il Cinquecento - L'affermazione della tipologia mercantile, p.75

Il Seicento - La contaminazione del palazzo barocco, p.159

Tra Sette e Ottocento - Dall'Arcadia al Neoclassico, p.173

 

APPENDICE METODOLOGICA, p. 339

Il cielo sopra Foligno. Rilievo 3D del centro storico tramite tecnologia aeromobile a pilotaggio remoto (API?)

Saverio Sturm, Marco Canciani, Giuseppe Fioravanti, p. 341