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Compte rendu par Alessandro Brodini, Università degli Studi di Firenze Nombre de mots : 1583 mots Publié en ligne le 2023-11-13 Citation: Histara les comptes rendus (ISSN 2100-0700). Lien: http://histara.sorbonne.fr/cr.php?cr=4634 Lien pour commander ce livre Primo nato della nuova collana Patrimoine, diretta da Patrick Henriet in seno all’École Pratique d’Hautes Études (EPHE-PSL) con l’obiettivo di restituire alla comunità scientifica testi inediti o scarsamente disponibili di personalità rilevanti del prestigioso istituto, questo prezioso volumetto ci offre tre importanti studi su Leonardo di André Chastel (1912-1990), che fu Directeur d’études nella prestigiosa scuola dal 1951 al 1978. Non si tratta di una semplice ristampa, perché le curatrici Sabine Frommel ed Eva Renzulli hanno realizzato un’edizione critica dei tre brevi scritti. L’iniziativa nasce sulla scia di quelle proposte in occasione del centenario della nascita di Chastel (2012) nell’ambito delle quali Sabine Frommel – che oggi ricopre la carica che fu proprio di Chastel nell’EPHE – ha rivestito un ruolo significativo. Anche Eva Renzulli si è a lungo occupata del grande storico dell’arte, prima riordinando la sua corrispondenza nell’archivio depositato presso l’Institut National d’Histoire de l’Art e poi co-curando due importanti volumi (André Chastel et l’Italie 1947-1990. Lettres choisies et annotées nel 2019; André Chastel. Portrait d’un historien de l’art nel 2020).
Dopo una prefazione di Michel Hochmann, il libro si articola in un’introduzione, in cui Sabine Frommel sottolinea come quello per Leonardo sia uno degli interessi portanti degli studi di Chastel nell’ambito del Rinascimento italiano, e in tre capitoli corrispondenti ai tre saggi, ciascuno dei quali è preceduto da un prologo e da preziose appendici in cui Eva Renzulli, grazie a documenti d’archivio inediti, ricostruisce la genesi dei testi e i percorsi, talvolta non scontati e non lineari, che hanno portato alla loro pubblicazione.
Nel panorama degli studi su Leonardo, che negli ultimi decenni hanno conosciuto importanti sviluppi, qual è la ragione di ripubblicare dei saggi che non sono più aggiornati rispetto alle conoscenze odierne? E come mai sono stati proposti proprio quei tre, a fronte per esempio della dozzina di testi pubblicati in italiano nel libro, edito da Einaudi del 1995, Leonardo da Vinci. Studi e ricerche (1952-1990)? L’idea delle curatrici è di mettere in evidenza quanto questi studi di Chastel fossero pionieristici nella Francia dell’epoca, aprendo questioni che ancora oggi attendono di essere pienamente indagate, ma soprattutto che la loro originale impostazione metodologica ha tuttora qualcosa da dirci.
Anche la scelta dei tre saggi è piuttosto significativa, perché offre un focus su tre momenti specifici della carriera di Chastel e consente non solo di apprezzare le metodologie d’indagine del grande storico dell’arte, ma anche le occasioni, i contesti e le modalità in cui tre testi così diversi ma, per certi versi complementari e interrelati, sono stati prodotti. Il primo, Léonard et la culture, è un saggio giovanile, del 1952, quando Chastel è ancora agli esordi del suo interesse per Leonardo, ed è stato concepito nell’ambito del cinquecentenario della nascita dell’artista; Les notes de Léonard de Vinci sur la peinture d’après le nouveau manuscrit de Madrid risale al 1972 e viene elaborato in seguito alla clamorosa scoperta dei due codici madrileni (1965), in un momento in cui lo studioso è già ampiamente riconosciuto come un’autorità e Leonardo rappresenta un filone significativo dei suoi variegati studi; col terzo, intitolato Les problèmes de l’architecture de Léonard dans le cadre de ses théories scientifiques, entriamo nell’“autunno di Chastel”, perché si tratta dell’ultimo saggio che lo storico dell’arte dedica a Leonardo, in occasione dell’epocale mostra Léonard de Vinci, ingénieur et architecte tenutasi a Montreal nel 1987.
Cosa possiamo ricavare dalla lettura “comparata” dei tre saggi? Sabine Frommel ci aiuta a delineare alcuni snodi che caratterizzano la ricerca leonardiana di Chastel, a partire dallo sforzo di “smitizzare” la figura dell’artista, generalmente presentato come genio isolato dal contesto in cui viveva e senza debiti nei confronti dei maestri, antichi e moderni che lo avevano preceduto. Maestri non solo di pittura, ma anche di letteratura e filosofia, perché nel primo saggio Chastel mette meglio a fuoco la figura di quell’“omo sanza lettere” che in realtà si nutriva di Dante, Petrarca, Ficino ma anche di Ovidio, Plinio e Diogene Laerzio. Con questo approccio interdisciplinare, come giustamente osserva Eva Renzulli, Chastel abbandona il territorio della pura storia dell’arte per avventurarsi entro i confini della storia delle idee; tant’è che alla fine lo studioso preferisce pubblicare il suo contributo non negli atti del convegno “artistico” per cui era stato concepito (L’art e la pensée de Léonard de Vinci) ma in quello parallelo dedicato agli aspetti scientifici della produzione del fiorentino (Léonard et les sciences) curato da Lucien Febvre et Alexandre Koyré.
La fecondità di questo tema di ricerca e del modo con cui Chastel lo affronta trova una conferma nelle parole di Carlo Pedretti che, nel suo Leonardo (Londra, 1973, p. 175), lo definisce: «The best account of Leonardo’s formative years in the relation to the Florentine culture is in A. Chastel, Léonard et la culture […]. My suggestion that the iconography of the background of the Adoration of the Magi might have been inspired by Ficino’s Pimander is based on circumstatial evidence provided by Chastel». Ancora oggi questo filone di studi esplorato da Chastel nel 1952 è oggetto delle indagini di Carlo Vecce, in particolare nel suo libro La biblioteca di Leonardo (Firenze, 2021).
In effetti, la relazione tra arte e scienza, tra letteratura e scienza e, meglio ancora, tra pratica e teoria è un altro degli snodi che Chastel abita con maggiore interesse. E il secondo saggio, del 1972, dedicato agli appunti sulla pittura che Leonardo ha vergato tra 1503 e 1506 nel manoscritto Matritense 8936 della Biblioteca Nacional de España – ritenuto perduto e riscoperto solo nel 1965 – indaga con la lente dell’aristotelismo e del neoplatonismo, e appoggiandosi ai metodi della filologia, proprio le modalità con cui la teoria e la pratica sono interconnesse nell’opera di Leonardo. Nel prologo al saggio, grazie a lettere inedite di André Corbeau, Paul Oskar Kristeller e Ladislao Reti, vengono anche ricostruite “les fabuleuses tribulations des manuscrits de Léonard”, secondo le parole che lo storico della scienza Paolo Galluzzi aveva usato per descrivere la travagliata vicenda della rivendicazione della paternità della scoperta dei due manoscritti (1974), che aveva fatto rischiare un incidente diplomatico tra Spagna e Stati Uniti. Attraverso le lettere dello studioso della Scienza, Ladislao Reti, che curò l’edizione critica dei due volumi, si intravede la suddivisione dei diversi temi che i vari studiosi coinvolti nell’impresa dovevano affrontare. In particolare, il Matritense 8936 permette di comprendere meglio la genesi del “trattato” sull’arte di Leonardo, che disperso in diversi quaderni, Melzi aveva tentano di ricostruire compilando diciotto manoscritti. Questo saggio di Chastel costituisce un perfetto esempio delle sue capacità di analisi filologica e dei suoi interessi per la produzione grafica del fiorentino, come dimostrano le interpretazioni che offre dei disegni che illustrano il testo madrileno. Il francese si mostra attento alle considerazioni di Pedretti nella Lettura Vinciana (1968) sul Matritense 8936 e agli studi di Anna Maria Brizio, ma allo stesso tempo ponendosi in continuità con i propri studi sugli scritti sull’arte di Leonardo, che Chastel aveva iniziato ad esplorare all’inizio degli anni Sessanta. Considerato nel contesto degli studi chastelliani, questo studio rappresenta una tappa essenziale che sfocerà nell’edizione critica Le traité de la peinture (1987).
Il terzo saggio, pur nel suo approccio divulgativo ad altissimo livello – a questa data Chastel può permettersi di delineare grandi affreschi di sintesi –, è in qualche modo lo specchio dei due precedenti perché, nonostante analizzi un aspetto specifico della figura di Leonardo, quello di architetto e ingegnere, riprende questioni già precedentemente frequentate, come la decostruzione del mito del genio, la contestualizzazione nel suo tempo complesso e contradditorio, l’interazione tra la teoria e la pratica. Nell’ambito della mostra del 1987 Chastel viene incaricato di scrivere un contributo che, indagando le relazioni tra architettura e pensiero scientifico in Leonardo, riesce a saldare e a mediare le due parti dell’esposizione (e del catalogo) dedicate rispettivamente all’architettura e all’ingegneria. Ancora una volta, l’appendice documentaria chiarisce il ruolo di Chastel nella genesi e nella preparazione della mostra, nonché il dialogo tra gli attori coinvolti, in particolare due dei tre curatori: Jean Guillame e Paolo Galluzzi, dei quali è riportata una breve testimonianza rilasciata nel 2021.
Visti nel loro complesso e in prospettiva storiografica, questi saggi – ora arricchiti da importanti apparati critici – appaiono tutt’altro che superati, perché, oltre che intessere nuovi legami tra i diversi campi d’azione in cui Leonardo si cimentava, aprono questioni ancora cruciali, come la ricezione del neoplatonismo nella sua opera (un’ipotesi che a suo tempo non aveva convinto Panofsky), oppure l’interesse limitato che il fiorentino nutriva per l’Antico in architettura. E così, se è pur vero che i tre testi qui pubblicati non sono più aggiornati, rimangono comunque attuali: come chiosa Sabine Frommel, sono ormai diventati dei classici.
Table des matières
Avant-propos p. VII Michel Hochmann
Introduction, p. 1-46 Sabine Frommel
Partie I - Léonardo et la culture Prologue p. 51-56 Annexe I p. 57-73 Eva Renzulli
« Léonard et la culture » par André Chastel, p. 75-108
Partie II - Les notes de Léonard de Vinci sur la peinture d’après le nouveau manuscrit de Madrid Prologue p. 111-118 Annexe II p. 119-139 Eva Renzulli
« Les notes de Léonard de Vinci sur la peinture d’après le nouveau manuscrit de Madrid » par André Chastel p. 141-218
Partie III - Les problèmes de l’architecture de Léonard dans le cadre de ses théories scientifiques Prologue p. 221-226 Annexe III p. 227-235 Eva Renzulli
« Les problèmes de l’architecture de Léonard dans le cadre de ses théories scientifiques » par André Chastel p. 237-275
Index des noms de lieux et d’institutions p. 277-279 Index des noms de personnes p. 280-287 Liste des figures p. 287-288
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Éditeurs : Lorenz E. Baumer, Université de Genève ; Jan Blanc, Université de Genève ; Christian Heck, Université Lille III ; François Queyrel, École pratique des Hautes Études, Paris |